Esiste la grande tradizione dei fumetti, ed esiste la grande tradizione dei fumetti erotici (e anche porno: o vogliamo ancora discutere della differenza tra erotismo e pornografia?). Molti disegnatori hanno poi visto che la seconda paga assai più della prima e si sono disposti a una ben ricompensata carriera di tette e culi e nulla più.
Ma esiste anche una meno illustre ma affascinante tradizione che salda insieme il fumetto classico e quello ricco di sesso: ovvero quella delle parodie porno di fumetti celebri. Da ragazzo mi procurava una particolare eccitazione – perdonatemi se sbraco, l’estate sta finendo – una serie di albi di cui mi ricordo i titoli “Porcellinus” e “Brandy Capp”, oltre che delle strisce sulle avventure erotiche di Blondie Dagoberto. In “Porcellinus” i personaggi dei Peanuts facevano delle grandi ammucchiate, e Charlie Brown otteneva qualche immaginabile rivalsa rispetto al suo personaggio consueto. E mi ricordo anche una “Vita sessuale di Tintin”, un po’ deludente perché assai mal disegnata. Mi è tornato in mente vedendo che la settimana scorsa c’è stato un mezzo scandalo internazionale fumettaro perché un editore spagnolo ha dovuto interrompere la pubblicazione di un albo celebrativo di Tintin in cui un autore contemporaneo immaginava il ragazzino reporter alle prese con eccessi alcoolici e storie di sesso: la fondazione che tutela l’eredità di Hergé – il creatore di Tintin – si è messa di traverso, e l’omaggio non è stato ritenuto tale. Naturalmente, per prossimità, a questo punto vi sarete ricordati dell’opera di Andrea Pazienza “Perché Pippo sembra uno sballato” (perché è uno sballato).