Sul referendum, mi sono fatto questa saccente opinione: quelli che da sinistra contestano la scelta di votare sì lo fanno o perché mi-si-nota-di-più o perché si figurano cinicamente che una legge migliore di questa possa danneggiare i loro partiti: è la vecchia sinistra del fine che giustifica i mezzi. Vanità e piccoli orizzonti sono le due grandi categorie a cui risalgono i numerosi fallimenti della sinistra italiana. Io ho già scritto che se una simile logica spaventata non prevalesse in generale anche nel PD, il PD avrebbe dovuto farne la sua battaglia politica. Rischi da correre ormai non ce ne sono molti, e opportunità sì. La penso quasi come Pippo Civati (lui pensa serva a mettere in crisi la maggioranza, io piuttosto che serva a mostrare chi sono i buoni e chi i traffichini).
Come sapete, sono per il sì comunque. Anche se poi B chissà cosa potrà fare… come dice qualcuno. Perché B, in ogni caso, può e potrà farlo lo stesso, e non può né potrà giocarsi con troppa sufficienza l’alleanza con la Lega. Né tornare troppo precipitosamente al voto, perché gli italiani non capirebbero. La verità è che l’unico risultato concreto dell’eventuale raggiungimento del quorum e della vittoria del sì, sarebbe la messa in discussione dell’alleanza strategica con la Lega. Il resto, per ora, è del tutto ipotetico. E, mi pare, poco fondato.
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