Compro su Amazon americano da molti anni: quello inglese consegna più rapidamente, è vero, ma è molto più costoso. Qualche volta altri acquirenti occasionali mi hanno chiesto se non trovavo gravose le spese doganali che erano state aggiunte ai loro ordini qualche volta. A me non era mai capitato, rispondevo.

Poi ha cominciato a capitarmi. Da quasi un anno, tutti gli acquisti che arrivano dall’America (compresi quelli di eBay) vengono sistematicamente e spiacevolmente tassati, con gravami assurdi. Mi è capitato di comprare cose da 2 dollari, dover spendere 6 dollari di spedizione (e passi) e ricevere dal postino la richiesta di altri dieci euro per spese doganali (o “sdoganamento” che lo si chiami). Quando non ci sono, il gentile portinaio anticipa i soldi per me e io poi lo devo rimborsare. Nelle città in cui non vige il costume della portineria, è ancora più seccante, perché si è costretti da andare a ritirare il pacco in posta, mi risulta.

Adesso, le tasse sono tasse, anche se mi chiedo se in tempi di mercato globale e nuove tecnologie, non vada rivisto qualche cosa. Ma forse la relazione tra il valore dell’oggetto (valutato a occhio, un forfaittone, immagino) e la tassa andrebbe stabilita con più moderazione. Non mi aspetto che il ministero del tesoro o chissà quale altro ragiscono a quete mie righe, ma so invece che mi leggono sia da eBay che da Amazon. State perdendo clienti, ragazzi. Non per colpa vostra, ma io correrei a qualche riparo.