La cultura con l’accetta

Leggo solo oggi, su suggerimento di un lettore colpito, l’articolo di Pigi Battista sulle sovvenzioni degli enti locali alla cultura. Ora, il tema è delicato, e io stesso ho opinioni incerte e molti dubbi. Ma è indicativo di una diffusa inclinazione alla radicalizzazione delle idee e allo schematismo delle analisi, che Battista arrivi persino a scrivere:

«Gli enti locali stiano alla larga dalla cultura (…) Ogni euro speso della politica per la cultura è un euro che incoraggia l’asservimento della cultura alla politica»

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5 commenti su “La cultura con l’accetta

  1. Giordano

    Giusto. E poi se organizzano uno spettacolo di teatro o un concerto dove li trovano i soldi per le maschere da maiale in cartapesta?
    Meglio che la politica stia lontana dalla Cultura.
    Sarebbe meglio che che stessero lontani anche dall’Istruzione, che per i bambini rappresentano un brutto modello.
    Potrebbero star lontani dalla Sanità, per non incoraggiare la corruzione e il pilotamento degli appalti di fornitura.
    Potrebbero star lontani anche dai luoghi terremotati, onde non incoraggiare la spartizione di appalti per la ricostruzione.
    Insomma…potrebbero star lontani.

  2. bobryder

    Battista(come il maggiordomo di zio Paperone,nomen omen…) non sa quel che dice o, peggio ancora, è convinto di asserire che la politica NON deve sovvenzionare la cultura.
    Oltre alla stupidaggine pacchiana che si commenta da sè,Battista fa l’errore madornale, conseguentemente, di considerare TUTTO cultura: si guarda bene dal dire che(com’è logico) la politica NON deve sovvenzionare filmacci,opere che d’arte non sono,fondazioni o inziative che con la medesima non hanno nulla a che fare: per Battista rientra tutto in unico calderone: un film di Bertolucci o una mostra di Cattelan non devono essere sostenuti neanche fossero un cinepanettone o una scultura loffia.L’articolo(ma dalle pagine del corsera, che tristezza!)strizza l’occhio alla pancia dell’italiano medio, del “borghese piccolo piccolo” e gli sussurra: basta sprechi, chi se ne frega della cultura, gli artisti bravi crepino pure,finanziandoli diventerebbero(neanche fosse lui uno studioso di dinamiche pavloviane)asserviti al Potere.Ed ha buon gioco nel farlo visto i recenti casi, anche alla regione Lazio.(http://www.wittgenstein.it/2012/09/17/quando-sento-la-parola-cultura/).
    Ma dimostra di non sapere che una robusta parte di italiani, seppur minoritaria, è orgogliosa che la propria nazione finanzi film d’autore o mostre d’arte, fiere letterarie etc etc; e si indigna per le sovvenzioni a nani e ballerine.Comprese quelle al Corriere della sera, che potrebbe pagare Battista solo con gli introiti pubblicitari.Ma,oltre a chiudere gli occhi su questo, l’editorialista dimostra pure di non voler capire la distinzione tra cultura(e il collegamento di questa con l’Arte) e trash; tipo i giornali buoni solo per incartare le uova(ed il Corriere della sera, con Libero e Tuttosport è il migliore in questo, fidatevi).
    E così,il prode Battista,parla di cultura come fosse un bene da supermercato.Dimenticandosi che

  3. bobryder

    E così,il prode Battista,parla di cultura come fosse un bene da supermercato.Dimenticandosi che in ogni paese cviile lo Stato(in tutte le sue diramazioni) finanzia la Cultura, e quindi L’Arte. Casomai non lo fa ababstanza e lo fa pure, come detto,in direzioni inauditamente sbagliate.Fai confusione,insomma, p.g.
    ps.1, 20 per incartare le uova son sempre troppi.

  4. spago

    In realtà è possibile sostenere quel che dice Battista con argomenti sensati guardando le cose da una prospettiva diversa da quella di Battista stesso.. che la politica, lo stato e il governo debbano stare lontani da Istruzione e Cultura l’hanno sostenuto moltissimi anarchici di tutte le frange dell’anarchismo.. no-niente-così-tanto per dire.. in realtà Battista non ha nulla a che vedere con l’anarchia e quando scrive queste cose si lascia solo prendere la mano. Ho solo avuto un moto di malinconia pensando alle mie letture anarchiche.. Dopo questo commento inutile (che Sofri potrebbe cancellare con tutta la mia comprensione) vado a fare jogging..

  5. pifo

    Lo “sfogo” di Battista e’ condivisibile se si guarda al panorama fattuale di quella che e’ la partecipazione degli enti locali alla gestione degli eventi culturali in Italia. Se, in linea di principio, e’ assurda l’idea di una cultura non sostenuta dalle varie amministrazioni e’ anche purtroppo palesemente vero quello che Battista denuncia: una cultura che diventa collaterale a questa o quella egemonia politica, che muta geneticamente per adattarsi e asservirsi e rimanere in vita e che nel far questo diventa uno strumento di organizzazione del consenso, con schiere di “operatori” che si spendono attivamente per questa o quella amministrazione pur di mantenere in vita le proprie attivita’ non sempre meritevoli di sostegno.
    La semplice teoria invece prevederebbe una amministrazione in grado di sostenere e promuovere i migliori processi culturali senza impiastricciarsi le mani.
    Roma (prima ancora che il Lazio) da questo punto di vista e’ e rimane un paradigma. Sia per le passate amministrazioni di CS che nella attuale di CD, la “cultura” e’ stata vista come un territorio adiacente, collaterale, osmoticamente connesso al proprio, per continuare ad esercitare ed accrescere egemonia e consenso e non come una attivita’ autonoma da sostenere per semplici fini educativi e pedagogici. Questo rapporto incestuoso con la politica, basato anche su fortissime ed ingenti istanze economiche, ha cambiato la cultura della capitale e purtroppo non sempre in meglio. La Storia della ideazione, creazione e realizzazione del Festival del Cinema di Roma con messa a capo della rispettiva fondazione l’allora Goffredo Bettini (potentissimo uomo ombra della sinistra romana) e’ solo uno degli esempi piu’ eclatanti che Battista, naturalmente, non poteva non citare.
    Come dice Battista, sarebbe meglio che questo legame, per il momento, si recidesse, per tornare ad essere magari piu’ virtuoso in futuro.
    Saluti.

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