Ok, una volta per tutte, che qua mi pare che ognuno dica numeri a caso.
Né il centrosinistra nè il centrodestra hanno più del 50% dei voti: ci sono terzi incomodi con micropercentuali che fanno sì che i due poli stiano sul 49 e spiccioli.
Alla Camera il centrosinistra ha quei 26mila voti in più di cui si sa. Se vi si aggiungono i voti degli italiani all’estero, la differenza cresce ulteriormente (i partiti del centrosinistra hanno un vantaggio su quelli del centrodestra, che domani calcolo esattamente). Ovvero il centrosinistra ha riscosso più voti del centrodestra tra chi è andato a votare. Punto.
Al Senato, come ha spiegato oggi sul Corriere Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, se si contano come è ovvio i voti degli italiani in Italia e degli italiani all’estero, il centrodestra ha un vantaggio di 131.500 voti. Ovvero, tra chi ha votato nella fascia di età sopra i 25 anni, il centrodestra ha riscosso più voti del centrosinistra.
Infine, qualche mattacchione in giro ritiene che il conto su chi sia “maggioranza” debba farsi sommando i due totali di Camera e Senato. La cosa – che credo favorirebbe il centrosinistra, domani con calma faccio appunto i conti anche lì perché è difficile apparentare alcune liste estere della Camera (Stella l’ha fatto solo al Senato) – è comunque ridicolmente illogica. A votare per camera e senato sono le stesse persone sopra i 25 anni: una persona, due voti. Certo, se si è interessati a sapere quante sono le schede totali per ciascuna compagine, prego: ma allora si devono contare anche quelle delle amministrative, no? Più seriamente, è un conto privo di senso.
Ripeto, ed è un dato che non permette obiezioni: a questo giro più elettori hanno votato centrosinistra che centrodestra
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