Qualche giorno fa sul quotidiano francese Le Monde, in un articolo che parlava d’altro, si citavano alcune canzoni che hanno forgiato la nostra identità. Una di quelle era Nantes di Barbara. Di solito, i francesi riconoscono come summa dell’opera di Barbara quella che si chiama Ma plus belle histoire d’amour per il modo affettuoso e commovente con cui celebra il suo lungo rapporto con il suo pubblico (Barbara è morta nel 1997, a 67 anni). Nantes è la canzone in cui lei racconta della sua prima visita in quella città, chiamata al capezzale del padre che non ha più visto più da decenni, da quando lui lasciò la famiglia, e di cui ricorda gli abusi quando era bambina. Piove, a Nantes. Dammi la mano: il cielo di Nantes mi è grave al cuore. La storia, la canzone, fa piangere dalla prima strofa all’ultima: mon père, mon père. Quando lei arriva, lui è già morto. Sans un adieu, sans un je t’aime
Vanity Fair
Nantes
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