Guardarsi le spalle

Il tentativo di ricostruzione delle cose di Piazza Navona da parte di Carlo Bonini – su Repubblica, oggi – è utile ed equilibrato: lascia capire che molte delle cose dette da subito erano quantomeno frettolose. I giovani di destra (cioè: fascisti andati in piazza con le spranghe nel camion e menando le mani) erano effettivamente in prevalenza “giovani” e non maturi provocatori come avevano sostenuto alcuni (c’era invece qualche babbione suonato tra gli agitati di sinistra), e lo scontro finale – preceduto da una serie di aggressioni e violenze da parte di quelli “di destra” – è cominciato con l’attacco dei centri sociali. Dico che la ricostruzione è utile, perché è sempre utile capire le cose, e perché a me interessa molto il modo in cui le cose vengono raccontate sui giornali: non perché – l’ho già scritto – sia rilevante vedere chi è primo e chi secondo nella gara degli imbecilli.
Poi c’è un’altra cosa, a proposito di come le cose vengono raccontate: Bonini dice di voler fare “la tara alle intossicazioni di queste ore (peraltro irresponsabilmente rovesciate in rete)”. E in effetti la fa, e bene: solo che quelle intossicazioni sono state esaltate dai quotidiani – compresa Repubblica – il giorno prima (c’è uno strabismo generazionale, nelle redazioni: viene esaltato tutto quello che è familiare, dai Led Zeppelin, alle “aggressioni squadriste”). E soprattutto, le prime “intossicazioni rovesciate in rete” sono state quelle di RepubblicaTV, con il collegamento in diretta con Curzio Maltese (la cui ricostruzione non appare adesso del tutto completa, diciamo), rapidamente ripreso in rete.
Stiamo cercando di superare la fase del capriccioso blogger che fa le pulci ai giornali sui congiuntivi, poi viene fuori che si sbaglia; vediamo se non le subentra quella dei capricciosi giornali che fanno le pulci alla rete, e poi viene fuori che si sbagliano.

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