Il caso di Coccaglio può sembrare un altro aneddoto di colore retrogrado settentrionale: non è il primo e non sarà l’ultimo. Ma una volta ogni tanto bisogna fermarsi a notare che a queste persone c’è qualcuno che ha insegnato le cose sbagliate e non ha insegnato quelle giuste. C’è qualcuno che da posizioni e ruoli di guida ed educazione come quelli della politica gli ha spiegato che l’egoismo e la violenza non sono cose di cui vergognarsi ma anzi giuste e da rivendicare, e c’è qualcuno che gli ha insegnato che la lezione di Gesù Cristo si tramanda urlando per avere i crocefissi a scuola piuttosto che facendo il bene del prossimo. Ok, passiamo pure ad altro.
A Coccaglio la caccia ai clandestini si fa in nome del Natale. L’amministrazione di destra – sindaco e tre assessori leghisti, altri tre Pdl – ha inaugurato nel piccolo comune bresciano l’operazione “White Christmas”, come il titolo della canzone di Bing Crosby, usato per ripulire la cittadina dagli extracomunitari.
Un nome scelto proprio perché l’operazione scade il 25 dicembre. E perché, spiega l’ideatore dell’operazione, l’assessore leghista alla Sicurezza Claudio Abiendi “per me il Natale non è la festa dell’accoglienza, ma della tradizione cristiana, della nostra identità”. È così che fino al 25 dicembre, a Coccaglio, poco meno di settemila abitanti, mille e 500 stranieri, i vigili vanno casa per casa a suonare il campanello di circa 400 extracomunitari. Quelli che hanno il permesso di soggiorno scaduto da sei mesi e che devono aver avviato le pratiche per il rinnovo. “Se non dimostrano di averlo fatto – dice il sindaco Franco Claretti – la loro residenza viene revocata d’ufficio”.
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