Il tinello sgraffignato di Scajola

Annalena Benini sul Foglio:

La camera con vista piacerebbe a tutti, e passeggiando intorno al Colosseo si guarda sempre in alto con un sospiro, pensando alla beatitudine di quelle finestre e di quei terrazzi (anche abusivi). Se le finestre però sono gratis, cioè saldate in nero da qualcun altro con assegni circolari, come nella vicenda che il ministro Scajola dovrà chiarire, oppure pagate una cifra che non basterebbe nemmeno per un box auto all’Infernetto (e non si tratta dell’occupazione di un gruppo di punkabbestia pieni di cani che rivendicano il diritto all’alloggio e alla birra, ma della taccagneria e megalomania insieme di gente abbastanza ricca di famiglia, e certamente non impoverita dalla politica), allora la faccenda diventa molto scocciante.

Mai sentito parlare di piccoli sacrifici, di rate alla fine del mese, di quello che fanno tutti (il settanta per cento degli italiani, nonostante le preoccupazioni per il futuro incerto e precario, ha la casa di proprietà), di annunci su Porta Portese? Funziona così: si leggono gli annunci la mattina presto, cerchiandoli, si evitano quelli in cui c’è scritto “amatoriale”, “particolare”, “tipico” e “interior design”, si vanno a vedere decine di appartamenti descritti come “luminosissimi” e in cui l’unica finestra non murata è a forma di oblò, si scopre che il “piccolo terrazzo vivibile” è un balcone con affaccio su zona cieca in cui vengono ammassati i cassonetti della spazzatura, si apprezza la fantasia creativa degli agenti immobiliari che ricaverebbero bagni anche dalla nicchia per i contatori della luce e ritengono che l’assenza di una cucina sia un incremento di charme. Si rinuncia, si ricomincia, si spera nel passaparola e nel credit crunch che costringa qualche ex ricco a svendere un trilocale, ma non succede mai. Poi si firma, tremanti, un mutuo trentennale e non si dorme la notte pensando che forse era meglio restare in affitto.

Le case si comprano con i propri soldi (ah, anche le ristrutturazioni: pagatevele, ci sono delle agevolazioni fiscali), poi ci si fa quel che si vuole: piscine a forma di conchiglia, vulcani quasi veri, bagni di marmo nero con cessi dorati, saune nel seminterrato, palestre, scannatoi, teche per le collezioni di farfalle, anche solarium nel terrazzo condominiale (i condomini, categoria umana pronta a qualunque cosa, sapranno come regolare i conti). Possiamo resistere a tutto, ma non alla furbata sul tinello sgraffignato.

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2 commenti su “Il tinello sgraffignato di Scajola

  1. pietro maggi

    La parte più comica (ed contemporaneamente preoccupante, come spesso in Italia) è che si è passati da gridare “magistratura comunista” a strepitare contro la “magistratura finiana”. C’è sempre un complotto, un cattivo che fa di tutto per infangare le anime candide. Nessuno che si sogni di dire: “bene, la questione è spiegabile in questi termini, ecco tutti i chiarimenti, adesso passiamo oltre”.

  2. Pingback: Il tinello di Scajola ( Legalità ) - Il blog di Marcello Saponaro

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