La Rai vietata ai minori

Una delle cose buone di non lavorare più in Rai e che non devo più deludere i desideri di mia figlia di venire a vedere dove lavora suo papà: nelle sedi Rai è vietato l’accesso ai minorenni, e Valeria Parrella ha fatto bene a dirgli “e allora sapete che c’è?”

update: come al solito, una cosa che avviene da sempre nella pigrizia generale, arriva su un giornale e un senatore che non ne sa niente ci fa persino un’interrogazione. Allora: la norma è scema, ma esiste eccome, ha a che fare con la sicurezza e riguarda moltissimi uffici. La norma è scema perché dovrebbe consentire ai genitori di assumersi la responsabilità rispetto a guai che potessero nascere in seguito alla loro mancata prudenza, e non vietare tutto senza se e senza ma.

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3 commenti su “La Rai vietata ai minori

  1. rafeli

    Parrella praticamente nel suo scritto sembra affermare che le regole che non ci piacciono, o che ci sembrano inutili, non dovrebbero essere sempre applicate.

  2. Barbara P

    Luca, però per tua figlia avresti potuto chiedere il permesso due settimane prima.
    Non nascondo che Parrella che si preoccupa del figlio come essere umano perché deve sedere mezz’ora con un amico di famiglia su una seggiola nerofumo (poi magari, come tutti i quattrenni, si sarebbe inventato qualcosa di divertente da fare; oppure, non conosco la zona, ma un bar appena fuori non c’era?), ricorda Gregoraci che si lamenta della mancanza dello yacht per il piccolo Falco.

  3. piti

    Però, fare la vittima piace di più. Già quando dice “la mamma single italiana, o ragazza madre, per intenderci, vive di favori chiesti agli amici” la prepara da vittima.

    Era domenica, gli asili sono chiusi, vuoi fare un lavoro senza orari, non vuoi un compagno fra le balle? Sacrosanto, ci mancherebbe.

    Però, può capitare di avere qualche difficoltà in più nella gestione di un figlio. La bicicletta qualche pedalata la ricbhiede, eh.

    O esiste un altro Egitto (come allude specificando che è italiana) in cui a ogni problema personale c’è una risposta sociale su misura, comprese quelle di chi di misure ne vuole il meno pssibile?
    Paesi dove i bambini non li mettono a sedere nelle sedie nerofumo?

    Oh, avrà anche le sue ragioni, non dico di no. Ma il tono che usa la Parrella, da diritti calpestati, senza mediazioni, mi sembra così fuori luogo da indurmi a darle molti torti.

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