Con le molle

Storia da prendere con le molle e di cui l’unico dato su cui si può dare un giudizio certo è che il pezzo del Giornale su Ilda Boccassini della settimana scorsa era una porcata da imbecilli.
Ma posto che una perquisizione domestica non è una cosa bella, e posto che le intimidazioni ai giornalisti sono sempre preoccupanti, qui non mi pare che si sia creato un ostacolo alla libertà di informazione: la giornalista del Giornale non è indagata, ha subito una perquisizione, un atto giudiziario, nell’ambito di un’inchiesta contro qualcun altro. La perquisizione si è resa necessaria dall’intenzione di verificare se l’indagato ha commesso un reato e perseguirlo. Lei stessa dice cose contraddittorie: che non è indagata, ma “è un attentato alla nostra professione. Se non si può più pubblicare atti che io ritengo non coperti da segreto, atti vecchi di trent’anni, parte di un procedimento chiuso, è chiaro che c’è un attacco al nostro lavoro”.

Ripeto, è spiacevole quello che le è successo, ma le è successo in conseguenza di un reato ipotizzato, e a cui lei è considerata estranea, né alcun reato le è attribuito. E certo, la solerzia dei magistrati quando si tratta di magistrati è un tema, ma è un altro tema. Di certo quello che è successo non mi tratterrà domani dal pubblicare una storia per il timore di una perquisizione.

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25 commenti su “Con le molle

  1. Raffaele Birlini

    A te magari non ti spaventa che vengano a casa tua e ti sequestrino il computer, il tuo e quello di tua moglie e dei tuoi figli. Ma non credo che il tuo craggio si applichi a chiuqnue.

    Se dovessi scegliere tra il pubblicare o meno un articolo (articolo non implica notizia, un giornale è libero di seguire la propria linea editoriale anche se a qualcuno sembra una porcata e a qualcuno no) che rischia di spaventare la mia famiglia, farmi sperimentare l’ebbrezza di sentirmi un criminale anche se non ho fatto niente di illegale, entrare in un ginepraio burocratico giudiziario dove magari mi chiedono conto di un mp3 che trovano sul computer di mio figlio…

    Secondo te deve essere considerato normale per un giornalista subire perquisizione e sequestri? Non c’è niente di strano a far entrare in casa gente in divisa per aver firmato un articolo, magari porcata, ma legittimo? E se poi mi dici che invece la roba di wikileaks, illegittima, va difesa, vado in cortocircuito.

  2. Luca

    Ti risponde quello che ho scritto. Non confondo una perquisizione con un’accusa: se io compro inconsapevolmente dei quadri rubati è facile che a un certo punto mi arrivi una perquisizione anche se il ladro è un altro e io non sono indagato. Non è bello, ma i guai capitano a volte anche se non hai colpe, come quando ti tamponano.

  3. Raffaele Birlini

    Capisco il to ragionamento, non ne discuto la logica. Ma, a livello politico, parliamo di giornalismo e quindi non solo di diritti ma della funzione del giornalismo che merita una tutela superiore a quella di un ricettatore di fatto.

    Voglio dire: se esiste la possibilità di decidere se eseguire o meno una perquisizione e un sequestro a carico di un giornalista, non un bloggaro, un mercante di notizie indiscrete, un trafficante di veline… Chi firma il mandato si pone quanlche interrogativo sull’effettiva necessità di tale intervento, sugli effetti collaterali, le conseguenze ‘politiche’ del suo gesto?

    O mi vuoi davvero far credere che le perquisizioni, le intercettazioni, i sequestri del computer dei figli sono tutti un effetto imprescindibile, il frutto di un meccanismo automatico dove non esiste discrezionalità né valutazioni di opportunità? Se vuoi mi sforzo per farti contento ma è dura da mandare giù.

  4. Guido Vitiello

    Non sono così certo che “la solerzia dei magistrati quando si tratta di magistrati” sia un altro tema, in casi come questo. E questo perché, avendo i pm larga discrezione sui tempi e le priorità delle loro iniziative, anche un semplice atto dovuto, fatto in questo contesto e con questa urgenza, lascia fatalmente sospettare che si tratti di un segnale, se non di intimidazione, quanto meno di ritorsione. Che poi fosse necessaria o meno la perquisizione, non conoscendo i dettagli dell’indagine non posso dirlo. Ma mi preoccupano sempre le corsie preferenziali di questi che, dietro lo schermo dell’obbligatorietà dell’azione penale, si prendono libertà e licenze (“politiche” nel senso più ampio del termine) da giudici elettivi. Poi certo, l’articolo era una “porcata da imbecilli”, ma il Giornale va avanti così da anni, no?

  5. Massimo B

    Vorrei sapere se davvero le cose sono andate così: “Gli uomini della Procura so­no entrati nella sua camera da letto, l’hanno fatta spo­gliare e hanno eseguito una perquisizione corporale. Sotto la sua biancheria cer­cavano le fonti di una noti­zia, quella che la cronista ha portato e pubblicato sul Giornale nei giorni scorsi.” – “Sono arrivati all’alba e mi hanno costretta a spogliarmi. Volevano verificare che non nascondessi documenti nella biancheria intima”
    In tal caso l’azione mi parrebbe un po’ esagerata e forse anche intimidatoria.

  6. Pietro Bellomo

    Non c’è dubbio che la solerzia nell’azione della Procura di Roma induca legittimi sospetti. E direi di dissipare ogni dubbio: la corsia preferenziale c’è stata.
    Ma la considererei quasi necessaria, a sottolineare che non deve passare impunita, o apparire una canagliata di poco conto, la volontà di intimidire ed infangare un Pubblico Ministero o un Giudice nel mentre porta avanti il proprio lavoro, utilizzando metodi non solo discutibili, ma in cui si configura anche un’ipotesi di reato.
    Per quanto riguarda l’osservazione di Birlini sugli effetti collateralei di una perquisizione, bè io mi aspetto che la Magistratura, quando persegua un reato, faccia tutto cio’ che è necessario alla definizione della faccenda, senza preoccuparsi delle “conseguenze politiche”.

  7. Pietro Bellomo

    Caro Massimo B.
    Ha mai passato i controlli di sicurezza di un aeroporto tedesco?
    Una perquisizione è una perquisizione. Spiacevole, ma se va fatta, va fatta bene e completa. Se ci sono stati abusi, la giornalista ha ovviamente ampia facoltà di denuncia.

  8. massimo58

    Il problema non sono i controlli e le perquisizioni in se, il problema qui mi sembra che ( a torto o a ragione intendiamoci magari e’ solo un caso o sono cose diverse e non comparabili all’occhio attento ed esperto del Magistrato…) ma da una parte ci sono fascicoli, interrogatori secretati, conversazioni intercettate che escono e finiscono dritti dirtti nelle redazioni di alcuni giornali, senza che nessuno abbia nulla aridre, e dall’altra perquisizioni, compiute con ssopsetta solerzia….

  9. Esau Sanchez

    Caro Wittgenstein, può semplicemente rispondere a una semplicissima domanda, che non è provocatoria, ma è solo una domanda: che cosa sarebbe successo se lo stesso fosse accaduto a D’Avanzo o a Santoro?

  10. Pietro Bellomo

    La questione delle intercettazioni pubblicate in tempo reale è in effetti molto seria.
    Quello che pero’ non capisco è perchè dare per scontato che la loro uscita sia voluta dalla Magistrata/Toga rossa di turno…
    Faccio un esempio: le famose intercettazioni di Fazio. Qualcuno mi sa spiegare quale vantaggio di tipo politico/ideologico/carrieristico/mediatico sia derivato,per i Magistrati che si occuparono del caso, dalla pubblicazione di quelle intercettazioni??

  11. andrea61

    Data l’immensa gavita’ del reato e la sua sconvolgente pericolosita’ a livello sociale tanta solerzia e’ piu’ che motivata.
    Mi spiace constatare che quando in passato ci sono state fughe di notizie con sputtanamento urbi et orbi di persone neanche indagate, nessun PM abbia sentito la necessita’ anche solo di aprire un fascicoletto dedicato.
    Comunque mi sorprende tristemente constatare come le vestali della liberta’ di stampa salgano sulle barricate quando e’ la politica e reclamare il silenzio tombale mentre non trovano nulla degno di attenzione quando e’ la Procura a tenere un comportamento palesemente intimidatorio nei confronti della stampa.

    @Pietro: magari e’ un’impressione sbagliata, ma in troppe inchieste in cui l’ipotetico reato era sfuggente o non provabile, si e’ avuta la sensazione che certe fughe di notizie servissero ad avvalorare la tesi accusatoria o comunque a provocare un danno dell’indagato. Come dire….. non riesco a portarti davanti ad un giudice e a farti condannare, ma almeno ti ho sputtanato.

  12. Pietro Bellomo

    @andrea61
    non dico non sia vero in assoluto….
    Anzi , un caso lo conosciamo molto bene, quello della telefonata Fassino-Consorte, offerta su un piatto d’argento dalla società che aveva effettuato l’intercettazione a chi ne poteva trarre vantaggio di “sputtanamento”, e che non ebbe remore, in quel caso, a procedere all’operazione.
    Questo non per amore di polemica e contrapposizione, ma per stare a casi acclarati e circostanziati.
    Per quanto riguarda la gravità del reato, ribadisco quanto detto sopra. E’ certamente un atto di autodifesa del potere giudiziario, che intende dimostrare che ogni tentativo di condizionamento ricattatorio dell’attività investigativa non puo’ passare impunito.
    Sì, mi sembra una cosa rilevante e abbastanza grave….

  13. Luca

    Risposta per Esau, non evasiva anzi molto sul punto: non so cosa sarebbe successo, non mi interessa, e vorrei che non interessasse neanche a te. Vorrei che le priorità fossero i giudizi sulle cose giuste e quelle sbagliate e non i confronti con altro, da cui far discendere il giudizio.

  14. Raffaele Birlini

    ‘la volontà di intimidire ed infangare un Pubblico Ministero’ è un argomento pericoloso: a chi diamo la responsabilità di decidere quando un articolo – legittimo, l’articolo era legittimo, non conteneva minacce e rievocava fatti realmente accaduti – è intimidatorio e infangatorio? La giornalista non ha compiuto reato di intimidazione e infangamento di magistrato, non esiste nemmeno un reato del genere. Siamo in un paese in cui la stampa è libera di scrivere articoli, legittimi, sui magistrati o in un paese dove un giornalista deve preoccuparsi? Vale la pena sollevare questa domanda nell’opinione pubblica mandando i carabinieri a casa di una giornalista? Cosa hanno trovato, armi di distruzione di massa nelle sue mutandine? Suvvia, siamo seri, a prescindfere dal caso specifico il problema di contaminazione fra magistratura e politica è serio, specialmente se buttiamo sul piatto anche la questione della riforma della giustizia.

  15. Pietro Bellomo

    Non ritengo un metodo legittimo di contestazione di un’indagine qualsivoglia quello di indagare sul passato e sul privato dell’indagante.
    Di motivi di discussione sull’inchiesta di Milano ce ne sono millanta, e saranno certamente tutti esaminati ed utilizzati con efficacia e professionalità dall’ampio parco di avvocati a disposizione dell’indagato….
    Poi la libertà di scrivere c’è, come giustamente rileva Luca. Ma non di commettere reati.
    Per quanto riguarda la perquisizione corporale….scusate, se quello che cercavano era una prova del contatto tra l’indagato e la giornalista, tipo un bigliettino, un numero di telefono…..non era logico cercarlo ovunque, anche là dove la giornalista avrebbe potuto nasconderlo, una volta compreso il perchè della presenza della polizia in casa sua?
    Sarebbe stato così assurdo nasconderlo ANCHE eventualmente nelle mutandine?
    Tra l’altro tale accuratezza nella ricerca è anche a garanzia dell’imputato. Se non hanno trovato niente, un domani sarà più difficile sostenere che comunque un contatto c’è stato.

  16. andrea61

    @pietro: non so se ti rendi conto che se fosse veramente la reazione ad un ipotetico ricatto, la cosa sarebbe ancora piu’ grave.
    Primo perche’ fai passare l’idea che il magistrato che non reagisce in maniera plateale e intimidatorio di fatto sta accettando l’ipotetico ricatto. E poi rimarchi il fatto che il magistrato non e’ un cittadino come gli altri.
    Last but not least, e questo mi viene da una discussione con un giornalista di un giornale tutt’altro che di dx, qualcuno estremizzando potrebbe leggere i fatti come un messaggio lanciato dalla Bocassini ai giornali per cui e’ meglio essere amici dei PM se non si vogliono avere grane.
    In fondo la giornalista in questione poteva essere benissimo convocata in procura per essere sentita come persona informata dei fatti. Invece si e’ scelta una strada che desse un messaggio piu’ “forte”.
    Quanto all’esempio che fai di fuga di notizie, beh, il tuo e’ cherry picking allo stato puro. Quel’estate uscirono sul corriere decine di pagine di intercettazioni di fatti penalmente irrilevanti ma latamente sputtananti per chi era coinvolto. Tra l’altro erano intercettazioni che erano in mano solo alla PG e alla Procura. Potremmo poi parlare delle inchieste di Woodcock in cui anche li’ vennero fatte filtrare sistematicamente intecettazioni al solo scopo di precostituire un’immagine di colpevolezza per lo meno morale nei confronti degli indagati.

  17. Pietro Bellomo

    @andrea61
    Ma il Giornale non ha “grane”….
    Una perquisizione per una indagine che riguarda altro imputato non è una grana.
    il mio voluto cherry picking era solo per evidenziare che almeno in un caso acclarato la fuga di notizie non veniva dai magistrati vogliosi di notorietà. non so come tu faccia poi a dire che le intercettazioni di quell’ estate erano solo in mano alla Procura. E chi le ha fatte materialmente? E chi le ha trascritte?

    Su Woodcock direi che siamo d’accordo…..

  18. siviez

    mah, che dire…
    concordo ovviamente sulla premessa iniziale relativamente alla porcata iniziale.
    sul resto però ho qualche osservazione
    la perquisizione personale è non “sgradevole”, ma oggettivamente umiliante per chi la subisce, ti trovi ignudo in condizione di palese inferiorità rispetto a chi ti sta davanti con atteggiamento inquisitorio; e nel caso in questione mi pare del tutto gratuita, non si stava perquisendo un narcotrafficante colto sul fatto (ma anche in questo caso, siamo in un paese al di là di tutto ancora civile, e chi detiene un potere ha il dovere di esercitarlo rispettando la persona: ed il rispetto viene meno nel momento in cui solo l’aspetto formale della norma viene rispettato, ma non quello sostanziale).
    ciò detto, se l’umiliazione subita da una persona possa generare condizionamenti/limiti alla capacità/libertà di informare che la persona umiliata avrà in futuro, non mi sento di escluderlo a priori
    quello che vale per te, Luca (ovvero l’affermazione che non ti tratterrai dal pubblicare se una vicenda analoga toccasse a te) non necessariamente può valere per tutti…

  19. baku

    @luca
    n.1
    “Di certo quello che è successo non mi tratterrà domani dal pubblicare una storia per il timore di una perquisizione.”
    Un’affermazione che vale quello che vale. Nulla. Solo tu sai se sarà/è stata vera o no: il dirlo non permette particolari riscontri. Ha però uno scopo “Che questa giornalista non frigni troppo, che in questo mondo da duri si gioca come si deve giocare e se Lei non ne è capace che esca”.

    n.2
    “E certo, la solerzia dei magistrati quando si tratta di magistrati è un tema, ma è un altro tema. ” Affermazione leziosa che usi spesso. Questo è un altro tema….poiché non stiamo comprando un pezzo di carne di vitello, che possiamo scegliere indipendentemente dal resto, ma commentando una vicenda che va letta e nel suo complesso e nel suo contesto, direi che c’entra eccome. C’entra sempre.

    A meno che non si voglia fare un caso di scuola, da mettere in qualche libro per un esame ipotetico di giornalismo.

    Ma non credo.

    Magari ti hanno già sottoposto ad una ispezione corporale durante una perquisizione e poi hai pubblicato articoli che hanno smascherato malefatte e piani segreti di potenti consorterie. Ma al momento simili avvenimenti non mi risultano. Magari semplicemente mi sfuggono.

    Ti ho visto una volta, anni addietro, rinculare abbastanza rapidamente in televisione parlando con un esponente della Lega Nord. Ecco magari ora sarai di sicuro più temerario, ma fare il macho quando non stai facendo a botte fa un po’ vanteria da bar.
    Ma appunto magari mi sfuggono episodi che nel caso ti prego di ricordarmi, perché porterebbero molta più credibilità a quanto sostieni.

  20. stefano b

    Ma non se ne può più di questi giornalisti che piagnucolano per le perquisizioni, montando volutamente una prosa da Stato di polizia.
    Le perquisizioni in case private, di norma, si fanno al mattino presto. Per ovvi motivi di maggior reperibilità e fattore sorpresa. Vale per il mafioso, per l’operaio e per il dentista. Non si capisce perché non debba valere per un giornalista, che forse vorrebbe che la polizia bussasse alla sua porta alle 15, magari previo avviso telefonico di un paio d’ore per passare l’aspirapolvere e il mocio.
    Le perquisizioni personali, di norma, vanno fatte facendo spogliare completamente il perquisito. Perché non tutti sono così stupidi da scrivere su un’agendina “4 milioni e mezzo da Silvio Berlusconi che riceverò tra due mesi” e lasciarla sul comodino. Vale per il mafioso, per l’operaio e per il dentista. Non si capisce perché non debba valere per un giornalista, che forse vorrebbe andare in bagno da solo, controllarsi le mutande e poi uscire e dire “non ho niente addosso”.

  21. t_floyd

    Boh, credo che oramai il livello di comprensione di quelli che una volta erano chiamati diritti inviolabili (la persona, il domicilio, la parola) sia a livelli preoccupanti nel nostro paese, abituati come siamo a intercettazioni a go-go, carcerazioni preventive che durano anni, e magistrati irresponsabili dei loro atti. Sofri, davvero non vedi nessun attacco alla stampa in tutto ciò? Per l’amor di Dio l’articolo era una buffonata, ma la notizia era vera, il dossier era passato in giudicato, fammi capire gli atti pubblici coperti da segreto dovrebbero essere solo quelli in cui il CSM lava i panni sporchi in famiglia in maniera – diciamo – esoterica? In più in punta di diritto, quelle carte non erano coperte da segreto. Punto

  22. Esau Sanchez

    @Luca
    Caro Luca, io invece vorrei che a te certi confronti interessassero perchè aiutano a giudicare anche i singoli episodi. Quella dei giornalisti è una casta sempre pronta a schierarsi, ma in questo caso ho sentito un assordante silenzio: forse perché si trattava di una cronista de il Giornale?

    E comunque, il mio giudizio sull’episodio, se mai interessasse a qualcuno, è netto e ruota attorno a questa domanda: se qualcuno mi sequestra documenti e computer solo perchè ho pubblicato un articolo senza commettere reati, non crea problemi alla mia libertà di informare?

  23. Sauron

    O Wittgenstein! Mi aspettavo un po’ più di coraggio e invece tu fai il Travaglio.
    Tu dici “non mi pare che si sia creato un ostacolo alla libertà di informazione”: intimidire un giornalista frugandogli in casa e mettendolo in mutande che cos’è, secondo te?
    Tu dici “le è successo in conseguenza di un reato ipotizzato, e a cui lei è considerata estranea, né alcun reato le è attribuito”: quindi senza reato, nè accuse, è lecito frugarle in casa e metterla in mutande?
    La prossima volta, quando un giudice indagherà sulla fuga di atti coperti dal segreto istruttorio e metterà in mutande Travaglio (che di questo vive), cosa dirai?

  24. Lazarus

    Ah certo, fosse successo a Travaglio avremmo avuto fior di manifestazioni e raccolte di firme e indignati in seduta permanente i d’avanzo imbizzarriti. Questo fa di noi persone sempre più disincantate e ciniche e deluse, consce che la difesa sacrosanta di libertà e diritti individuali e collettivi è oramai diventata solo uno strumento di bassa lotta politica e di difesa di interessi personali. Il grosso della gente rimane lontana, spettatori sempre più annoiati di qualcosa che non appartiene a nessuno.

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