Musica e rivoluzioni digitali

Ieri guardavo mia figlia ascoltare la musica dell’iPod con delle cuffione Sennheiser più grandi di lei e intanto cantare leggendo i testi che apparivano sul display simultaneamente, e così poi le ho raccontato di quando registrando su cassetta i vinili prestati dagli amici facevamo anche le fotocopie A3 delle copertine interne per avere i testi che poi cantavamo tenendoci quei foglioni tra le mani. E tutte le altre cose che avevo ricostruito qui.

Il magnetofono Castelli ci cambiò la vita. Usavamo delle cassette BASF o “Compact Cassette”, vendute senza scatola all’Upim: TDK e Sony sarebbero venute poi. Chiudevamo la porta del soggiorno e ci sdraiavamo sul tappeto con la radiolina portatile e il registratore. Predisponevamo tutto schiacciando il tasto PAUSE, poi REC e PLAY assieme, e dopo il rituale urlo “hiiiit-parèeeeiiiii!”, ci concentravamo sull’operazione: indice pronto sul tasto PAUSE e attesa dell’annuncio del titolo successivo per decidere se ci interessava o no. La cosa era resa più complicata dagli applausi che aprivano e chiudevano la trasmissione della canzone, e che vi si sovrapponevano a metà dell’esecuzione. Quelli a metà erano inestricabili, e ce li tenevamo. Gli altri cercavamo di tagliarli fuori. Il risultato non era sempre soddisfacente: a volte sbagliavamo il tempo, o sbagliavamo il tasto. In altri casi la canzone era trasmessa già molto iniziata. Nel primo caso ci avremmo riprovato qualche giorno dopo, con la replica, stavolta allertati. Nel secondo ci saremmo tenuti quell’esecuzione, salvo sostituirla la settimana successiva, sperando fosse ancora in classifica. Altre volte era reso necessario dai maldestri suoni di risate (nostre), starnuti o inciampi negli oggetti del soggiorno, che finivano sul nastro.

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3 commenti su “Musica e rivoluzioni digitali

  1. Wizardo

    pomeriggi indimenticabili in cui ogni pezzo (tagliuzzato e pieno di “effetti” speciali) viveva di vita propria. solo anni dopo ho imparato che “it’s raining again” dei supertramp finiva minuti dopo il taglio secco cui mi ero abituato. la svolta fu collegare due registratori stereo con un cavo con delle prese assurde e cominciare a registrare dalla radio o duplicare cassette consumate con le compilescion registrate come sopra evitando almeno il suono degli inciampi del soggiorno.
    per non parlare degli innovativi stereo portatili con due deck a cassetta. una cosa pazzesca e costosissima cui non si riusciva a credere. qualcosa come gli albori del peer to peer.

  2. Daniele53

    non so voi, ma io sono ancora con armadi pieni di cassette, centinaia e centinaia: enormous task to convert them all…

  3. Pingback: Devo vendere un iPod...?

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