Webpensieri – Luglio 2001

Ancora ci credete alle catene di Sant’Antonio via e-mail? Dopo la falsa malata di leucemia americana e la balla sui gattini bonsai qualche dubbio comincia a venirvi, certo. Il mese scorso un messaggio che annunciava un terribile virus di nome Sulfnbk.exe ha fatto il giro d’Italia, tradotto da una versione in portoghese che circolava da un po’. Il messaggio suggeriva di cercare sul proprio hard disk un file con quel nome e di cancellarlo immediatamente in caso di rinvenimento. Moltissimi l’hanno fatto, l’hanno trovato e lo hanno distrutto allarmati. E hanno trasmesso ulteriormente il messaggio, aggiungendo la loro conferma: “è vero, io il file l’ho trovato, c’era!”. E certo che c’era: quello è un file di Windows che serve a gestire le lunghezze dei nomi dei documenti. Non ha niente a che fare con un virus, se non che può contenerne uno, come tutti i files del mondo. Niente di gravissimo, basta rimpiazzare il documento eliminato, ma la cosa impressionante è stata la rapidità con cui l’allarme è dilagato. In due giorni c’è chi ha ricevuto una ventina di messaggi analoghi, poi hanno cominciato a circolare smentite competenti, e la cosa si è sgonfiata. Ma come tutte le catene di Sant’Antonio si assopirà da qualche parte in attesa di trovare un nuovo filone ignaro da prendere in giro tra qualche mese o qualche anno.

Il caso ha voluto che negli stessi giorni si ridiffondesse un altro messaggio, tra alcuni utenti italiani della posta elettronica, che cominciava così: “Gabriel Garcia Marquez si è ritirato dalla vita pubblica per ragioni di salute: cancro linfatico. Sembra che sia piuttosto grave. Ha spedito una lettera di commiato ai suoi amici e, grazie a Internet, si sta diffondendo. Vi raccomando la sua lettura perché è veramente commovente… con affetto”. Segue un componimento adolescenziale a base di petali di rosa, ali di bambini, piccoli pugni di neonati e gelati al cioccolato. Tutta una gran bufala che va facendo struggere di commozione i fans di Marquez ­ che è realmente malato – di mezza rete (quelli meno avvertiti che non trovano ridicolo il poemetto). La cosa non è unica, un falso letterario di Borges è circolato l’anno scorso con minor fortuna, costringendo alcuni giornalisti sudamericani a verificarne l’impostura.

Questa cosa degli e-books. L’argomento forte di chi sostiene che i libri elettronici scalzeranno gran parte del mercato editoriale cartaceo è che i ragazzini di oggi sono molto più abituati a monitor e computer che non alla carta, e per loro sarà naturale quello che agli adulti adesso pare inaccettabile. Gli parrà stupido il libro di carta e familiare il testo digitale. Il fatto è che i ragazzini di oggi non leggono: banale ma vero. Non leggono i libri, non leggono le cose lunghe, e internet va loro incontro dandogli solo testi brevi. Qualcuno li vede trafficare con scritti di lunghezze consistenti, sui loro display? Sono pronti per lo “e-“, ma non per il “book”.

(una rubrica mensile per Happyweb)

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