Grandi speranze

Benché mi faccia piacere che si parli del tentativo di Ivan Scalfarotto alle primarie, perché le rende appena un po’ più sensate, mi è sembrato insopportabile il ragionamento di Michele Serra di tre giorni fa che qui incollo:

“Ho ritagliato l’intervista di Concita De Gregorio a Ivan Scalfarotto (Repubblica di sabato), quarantenne, dirigente d«azienda, italiano di Londra, che si autocandida alle primarie del centrosinistra avendo alle spalle, come potente lobby, sé stesso, e come budget elettorale il suo bancomat. Possibilità di vittoria: zero. Di visibilità: 0,001%. Peccato che sia la migliore intervista a un “politico” che leggo da qualche anno, o quantomeno l«unica nella quale ho potuto identificarmi, come elettore di centrosinistra, nella maniera più totale. Quasi certo che alle primarie voterò Prodi, perché vivo sulla Terra e non nel Paese dei Sogni. Ma la mia firma per la candidatura di Scalfarotto (ne servono 10mila entro il 15 settembre) non mancherà, perché almeno una volta al secolo bisognerà pure fare un gesto che corrisponda allegramente a quello che si sogna e soprattutto a quello che si pensa. Si chiamano, di solito, “gesti di testimonianza”, che è una maniera elegante per dire che le cose giuste, spesso, non servono a un tubo. Vale la pena, comunque, se non l’avete letta, rileggere quell’intervista, e dare un’occhiata al sito. Buone vacanze, l’Amaca chiude per una risicata settimana di silenzio”

Io auguro a Michele Serra altrettante buone vacanze, ma quello che scrive è ridicolo: “turarsi il naso e votare Prodi” è già uno slogan diffuso, ma addirittura sentirsi migliori dando una firmetta a “quello che si sogna e soprattutto a quello che si pensa”, e poi votare un altro mi pare una vera fesseria. Se davvero Michele Serra vuole “fare un gesto che corrisponda allegramente a quello che si sogna e soprattutto a quello che si pensa”, voti Scalfarotto o chi gli pare senza tanta sofferenza: è piuttosto facile. Altrimenti non vada a vendere la sua elemosina di simpatia per Scalfarotto come un gesto ardito e rivoluzionario: è per colpa di quelli che si turano il naso come lui che i candidati non corrisponderanno mai a “quello che si sogna e soprattutto a quello che si pensa”. Il cinismo e il realismo sono più che legittimi, di questi tempi: basta chiamarli con il loro nome e assumersene la propria parte di responsabilità

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