Oltre

“Anche gli uomini possono essere oggetto di violenza da parte delle donne. Nel ‘93 una donna si è avventata su di me, mi ha strappato la camicia, ma io, che ero più forte, sono riuscito ad allontanarla. Quindi posso capire il senso di frustrazione”

Qui, il commento completo di Aldo Grasso al tentativo di violenza sessuale operato su un futuro ministro della repubblica:

“Fingo di essere una spettatrice, fingo di aver seguito con grande interesse la discussione che ieri sera si è accesa nel salotto di Bruno Vespa sulla violenza alle donne e sugli stupri di massa, fingo, come donna, di aver provato un certo interesse per il ministro Roberto Castelli, uomo duro della Lega. Ma, come sempre, la realtà supera la finzione e il mio stupore di donna è d’un tratto franato miseramente di fronte alle clamorose rivelazioni del ministro. Nel 1993, una donna (vera) lo ha assalito, gli ha strappato la camicia, ha tentato, a detta di Castelli, di usargli violenza. Ma siccome lui è un uomo (un vero uomo) ha parato il colpo e se n’è potuto tornare a casa sano e salvo.

Non si è capito bene chi fosse la donna, se un’amante delusa, se una fan scatenata (il ministro è un bell’uomo, non c’è dubbio), se una donna del Sud troppo politicizzata, se un’esteta cui dava tremendamente fastidio la camicia verde. Sta di fatto che anche Castelli è diventato statistica, è andato ad accrescere il numero di coloro che hanno subito violenze sessuali. Certo, come donna, non nego di aver provato sbigottimento: di fronte a un problema così drammatico, di fronte ad orrori che spesso si vivono fra le quattro mura domestiche, e per la maggiore parte sono attuati da persone nei cui confronti la fiducia è grande, ecco che un ministro della Giustizia pone se stesso come esempio, come equilibratore della bilancia, come misura del dramma.

Come dire: anche voi donne non scherzate. E la mia incredulità è aumentata quando una persona seria come Anna Serafini, la moglie di Fassino, si è sentita in dovere, come donna, di esprimergli solidarietà e comprensione. Solo a un uomo fortunato come Bruno Vespa può capitare di avere ospite un ministro che faccia outing , che racconti un episodio così frizzante della sua vita di uomo. A nessuno è venuto in mente di ristabilire il senso delle proporzioni (anche gli uomini subiranno prepotenze, ma secondo i dati Istat più del 50% delle donne subisce molestie, crudeltà sessuali, maltrattamenti), di invitare il ministro della Giustizia a uscire dal biografismo e far qualcosa perché la violenza sulle donne diminuisca. Ma eravamo in un salotto televisivo per bene, mica in un reality. E magari abbiamo solo capito male, ci siamo un po’ confusi, abbiamo frainteso le parole di muscolosi ministri d’oggi che per comodo si offrono come candide vittime sacrificali” (segue)

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