Trovo esemplare e rivelatore questo commento di Christian Rocca di oggi:
“La principale tesi dell’opposizione, ribadita ieri sera a Ballarò, è: la gente guarda le proprie tasche e sa che oggi sta peggio, molto peggio, di cinque anni fa. A me pare una stupidaggine. Comunque sono andato a guardare le mie dichiarazioni dei redditi e vi assicuro che sto meglio, molto meglio, rispetto al 2001. Seguendo questa logica, dovrei votare Berlusconi. Provate anche voi a controllare i vostri redditi, poi o votate di conseguenza o dite ai leader di sinistra di cambiare argomento.”
Lo trovo esemplare e rivelatore perché suggerisce esattamente il principio di voto suggerito da Berlusconi e dal suo modo di pensare, ed equivoca deliberatamente sulla tesi dei suoi oppositori. Non è infatti guardando nelle proprie tasche, che si dovrebbe decidere come vanno le cose; ma guardando nelle tasche degli altri. È la differenza tra l’egoismo e l’altruismo.
L’ho già detto altre volte: a me e ad altri privilegiati come me, il governo Berlusconi non ha rovinato la vita (l’eccezione decisiva che ha colpito anche gli economicamente privilegiati è stata la legge sulla fecondazione assistita: quella ha rovinato le vite democraticamente, senza distinzione di classe – salvo poi consentire ad alcuni di andare all’estero – e ha fatto capire a molte persone come me e Christian cosa vuol dire avere un governo sbagliato). Il governo Berlusconi ci ha solo messo di cattivo umore, e spesso. A me e ad altri privilegiati come me una vittoria di Prodi non migliorerà la vita, temo. È la ragione per cui penso che la cosa più lungimirante da fare, per il bene della sinistra e di noi tutti, sarebbe non votarlo, questo centrosinistra. Che perdano e facciano finalmente i conti con la propria mediocrità. Ci beccheremo ancora Berlusconi? Pazienza, saranno solo altri malumori. Ma almeno non se lo beccheranno i miei figli, e non si beccheranno nemmeno Prodi: per quel tempo magari la sinistra italiana avrà fatto i conti con se stessa e con il mondo e attraversato il rinnovamento che hanno attraversato destra e sinistra spagnole, destra e e sinistra inglesi. Mentre stando così le cose non faccio fatica a pensare a delle lezioni del 2016 con Fassino e Fini candidati (e non è il problema di Fassino e Fini).
Il punto è che noi privilegiati a cui Berlusconi non ha rovinato la vita siamo una minoranza. Sarebbe lungimirante e rivoluzionario, ma egoista e colpevole, pensare a chi governerà tra quindici anni il paese dei miei bambini e non a chi governerà il mese prossimo quello dei bambini altrui.
Non è nelle proprie tasche che deve guardare, Christian: è in quelle degli altri. E poi ne parliamo
Camillo
Come le mie tasche
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