La playlist di Edith Piaf, che mancava nel libro
Non, je ne regrette rien
Un andamento marziale e un tripudio di erre arrotate per una versione ante litteram di “My way” che divenne una specie di inno della Legione Straniera: riparto da zero, ma non rimpiango niente.
Milord
Storia di marciapiede, e di un “Milord” da rimettere di buonumore dopo una catastrofe sentimentale. La scrisse Georges Moustaki.
La vie en rose
“Quando mi prendi tra le braccia, e mi parli piano…”. Quelli più giovani la scoprirono nella versione dance di Grace Jones, con rispetto parlando.
Hymne à l’amour
“Si tu m’aime…”. Roba da squarciare i cieli, inondare i cuori, gonfiare gli occhi, struggere i cinici. Lui era il pugile Marcel Cerdan, morto in un incidente aereo mentre volava da lei.
Mon manège a moi
“Tu mi fai girar la testa…”
Les amants d’un jour
È quella che da noi divenne, altrettanto bella, “Albergo a ore” di Herbert Pagani.
L’accordéoniste
Valzer, e lei che se ne vola dove fa “a lui rentre dan la peau”, come se le dita del suonatore di fisarmonica le entrassero davvero nella carne. Lui però non tornerà.
Mon Dieu
Preghiera al signore, che le lasci il suo amore ancora un giorno, due… otto!