Notizie che non lo erano

Analisi di un articolo. Non cito il quotidiano, era su quasi tutti allo stesso modo.

Titolo: “Allarme pane e pasta: Scorte solo per 7 mesi”. (A febbraio non avremo più spaghetti? Vediamo di che si tratta).

Testo dell’articolo:

«Le nostre scorte di pane e pasta bastano al massimo per sette mesi» (Scorte di pane e pasta? Ci sono scorte di pane per sette mesi? E dove lo tengono? I fornai che lavorano ogni notte per l’indomani non esistono più? Forse parlano delle scorte di grano)

«…poi bisognerà acquistare le derrate all’ estero» (come” poi”? L’Italia già importa stabilmente tonnellate di cereali ogni anno. Forse vuol dire che bisognerà aumentare le importazioni)

Questo l’ allarme lanciato ieri dalla Coldiretti, che in uno studio ha evidenziato il crescente divario nel mondo tra domanda e offerta di cereali. «Molti paesi del Sudamerica hanno bloccato le esportazioni o aumentato i dazi», ha spiegato il presidente Coldiretti Sergio Marini. E ha aggiunto: «il prodotto ha più difficoltà di commercio ma nessun allarmismo». (Ah: ha detto “nessun allarmismo”. E come mai la parola “allarme” è già stata usata già due volte nell’articolo?)

«Non rimarremo senza pane, ma rispetto allo scorso anno per comprare dall’ estero pagheremo di più». La soluzione? Cercare di aumentare le scorte per dipendere sempre meno dall’ estero. (Ok: quindi la notizia e l’“allarme”vengono dalla Coldiretti, per chiedere sgravi fiscali e agevolazioni per i soci della Coldiretti).

Epilogo dell’articolo: “A Coldiretti rispondono i panificatori: «Il pane in Italia non mancherà, né ora né mai», dice il presidente della Federazione italiana panificatori Luca Vecchiato, visto che «da anni l’approvvigionamento di grano italiano rappresenta poco più del 40% delle scorte complessive». No, dunque, «a falsi allarmismi»”. (Quindi “il pane non mancherà mai”, “il grano italiano è appena il 40% delle scorte complessive”, e “no a falsi allarmismi”. Di cosa abbiamo parlato, allora?)

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