Frédéric Bourdin

Frédéric Bourdin (1974) è un “impostore seriale” francese, soprannominato dalla stampa “il camaleonte”. Stando ai racconti suoi, del suo avvocato e dei giornali, Bourdin fu allevato dai suoi nonni e poi lasciato in un istituto. Dice di non avere mai conosciuto suo padre, che sua madre voleva abortirlo e poi lo abbandonò, e di aver subito abusi sessuali. Le sue truffe iniziarono appena lasciò l’istituto e fino al 2005 ha assunto 39 false identità, tre delle quali appartenenti a bambini realmente scomparsi. Nel 1997 Bourdin prese il posto di Nicholas Barclay, il figlio scomparso di una famiglia di San Antonio, in Texas. Malgrado il colore degli occhi e l’accento, Bourdin ottenne che la famiglia lo andasse a prendere in Spagna e la convnse di essere Nicholas, sparito tre anni prima, dicendo di essere stato rapito da un racket della prostituzione infantile. Dopo tre mesi un investigatore svelò l’inganno e venne condannato a sei anni dalla giustizia americana. Nel 2003 si spostò a Grenoble dove sostenne di essere Leo Balley, un ragazzo sparito da dieci anni, fino a che non fu smentito da un test del DNA. Nel 2004, in Spagna, prese il nome di Ruben Sanchez Espinosa e raccontò che sua madre era morta negli attentati di Madrid. Fu smascherato dalla polizia e rimandato in Francia. Nel 2005 si dichiarò un quindicenne spagnolo sopravvissuto a un incidente stradale in cui erano morti i suoi genitori e stette un mese in un collegio di Pau, in Francia. Un insegnante lo scoprì dopo aver visto un servizio su di lui alla televisione e fu condannato a quattro mesi per uso di identità falsa.

La storia di Frédéric Bourdin sembra un romanzo ottocentesco. Molti giornali di tutto il mondo se ne sono innamorati ma hanno avuto grandi difficoltà a ricostruirla esattamente. Il mese scorso il New Yorker ha provato a raccontarla daccapo, con un articolo da far venire i brividi. La parte eccezionale dell’articolo era in realtà la storia del singolo episodio texano nella biografia di Bourdin. Malgrado non sia mai stato provato, quel che l’investigatore locale e il New Yorker (e lo stesso Bourdin) suggeriscono, è che la ragione per cui un’intera famiglia americana mostrò di credere che un estraneo fosse il suo Nicholas, fu che almeno alcuni suoi membri sapevano che non poteva esserlo, ma non volevano dirlo. In una versione tragica di “Il paradiso può attendere”, il sospetto è che Nicholas fosse stato picchiato e fatto fuori dal suo fratellastro e che la madre ne fosse a conoscenza, o lo temesse. E che l’arrivo di Bourdin – che si credeva ingannatore ma era ingannato – togliesse loro il timore di essere scoperti (il fratellastro morì poi di un’overdose, e la madre oggi dice di non sapere come sia andata davvero). Nel frattempo Bourdin si è sposato, vive a Le Mans e ha appena avuto una bambina: chi lo conosce è un po’ preoccupato.

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