Il Cervello ghiacciato è noto anche come mal di testa da gelato o mal di testa freddo o emicrania da stimolo freddo, o col suo nome scientifico ganglioneuralgia sfenopalatina (ovvero “dolore nervoso del ganglio sfenopalatino”). È una forma di rapido dolore al cranio o mal di testa comunemente associato al consumo (e soprattutto al consumo improvviso) di bevande fredde o cibi come gelato, granita o margarita.
È una delle patologie più commoventemente infantili, insieme ai graffi sui ginocchi e alla nausea in macchina. Cioè, succede anche da grandi, ma da grandi si divorano i gelati meno avidamente, e si è imparato il rischio. La cosa affascinante del cervello ghiacciato è la rapidità con cui scompare proprio nel momento in cui pensate di morirne, e la difficoltà di localizzarlo esattamente. Charles Schulz, grandissimo raccontatore di esperienze bambine, disegnò una volta una tavola domenicale in cui Linus impazziva dal dolore urlando “È nel naso! No, è nella fronte! È nella testa!”. Succede per la reazione nervosa alla dilatazione dei vasi sanguigni per via del cambio repentino di temperatura: dicono di premere la lingua sul palato, per farlo passare. O bere un bicchier d’acqua, come sapete: anche se a quel punto di solito è già passato. Ma è stato terribile.