Il Mautam (nella lingua del Mizoram significa “morte bambù”) è un fenomeno ecologico ciclico che capita ogni 48 anni negli stati indiani del Mizoram e di Manipur, che sono coperti sul trenta per cento del loro territorio da foreste di bambù. Quando avviene, la specie di Melocanna Baccifera fiorisce intensamente e la pioggia di semi che segue attira quantità numerosissime di topi. I topi si moltiplicano in conseguenza dell’abbondanza di cibo e si gettano in cerca di ulteriore nutrimento, saccheggiando raccolti e scorte alimentari, e scatenando carestie devastanti. La storia politica della regione è stata molto influenzata in passato da queste carestie. L’ultima occorrenza del fenomeno, sul calendario genetico del bambù, è cominciata nel maggio 2006, e il governo e l’esercito indiano stanno cercando di farle fronte.
Sul Guardian di martedì si raccontava dell’esplosione del Mautam (il Guardian lo trascriveva Maudam) nella regione Chin della Birmania, al confine con l’India e il Bangladesh. Centomila persone sarebbero vittime della carestia conseguente. Il ciclo non è così esatto: le scadenze precedenti sono archiviate al 1862, 1911 e 1958. Le autorità birmane sono accusate dalla popolazione Chin di storiche discriminazioni, e per questo – al contrario dell’India che si è attrezzata per tempo all’arrivo del Mautam – sarebbero state indifferenti al pericolo e tuttora totalmente inefficienti nell’aiutare la regione.