Rick Redfern è un personaggio della striscia a fumetti Doonesbury. Lavora come reporter al Washington Post ed è spesso incaricato di raccontare le vicende della Casa Bianca. Rick è un giornalista molto corretto che prende il suo lavoro seriamente ed è sempre in cerca di una grossa storia. Rick ha incontrato sua moglie Jonie Caucus quando lei collaborava con la candidatura al congresso (fallimentare) di Ginny Slade. Cominciarono a vedersi, e con una scelta ardita e discussa per una striscia degli anni Settanta, vennero disegnati a letto assieme poco tempo dopo. Alla fine si sposarono, ed ebbero un figlio, Jeff.
Le storie di Doonesbury sono forse il caso più straordinario e longevo di feuilletton contemporaneo. Garry B. Trudeau le disegna e scrive da trentotto anni, e ha creato un mondo di personaggi che invecchiano e si rinnovano, a differenza di quelli di altre strisce. E poi ci sono tutte quelle cose sul valore letterario, politico e giornalistico di Doonesbury (si cita sempre questa frase di Henry Kissinger: “C’è solo una cosa peggiore di essere presi in giro su Doonesbury: non essere presi in giro su Doonesbury”): Pulitzer compreso.
Rick Redfern è uno dei personaggi di più lungo corso, e ormai ha la sua età. E questo ha contribuito, due settimane fa, al suo traumatico licenziamento dal giornale, nel mezzo dei tagli e della crisi economica. In cerca di un reinvestimento di sé, e di una via di uscita dal trauma, ha aperto un blog: ma la collisione tra un vecchio giornalista e I suoi codici con quelli di internet e le sue volatilità genera casini imbarazzanti e un meraviglioso ritratto dei nuovi corsi del giornalismo. La più grossa storia politica che Rick sta seguendo da giorni è quella per cui Obama in visita alle truppe americane in Kuwait avrebbe giocato con I soldati a basket e infilato otto tiri da tre punti su dieci. L’altroieri comunque sua nipote lo ha linkato: “il mio primo link!”.