Quando finalmente si saranno convinti tutti che il problema della politica italiana è la mancanza di ricambio generazionale, non ci saranno più giovani in giro. Oggi, sulla prima pagina di Repubblica, sotto il titolo “Perché il potere è nelle mani dei vecchi”:
Legittima, ma non dirimente, la preoccupazione che politici troppo vecchi non siano i migliori interpreti dell’innovazione, né i più adatti a captare esigenze nuove.
Più influente, sulla pulsione depressiva, la considerazione che l’anzianità del mondo politico è lo specchio dei vizi del mondo del lavoro: bassa mobilità sociale, avanzamento di carriera per anzianità e non per merito.
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