İmralı è una piccola isola della Turchia collocata nel sud del Mar di Marmara, ad ovest della penisola che si trova nel territorio della provincia di Bursa. L’isola è attualmente utilizzata come prigione di massima sicurezza per un solo detenuto, Abdullah Öcalan, il leader del Partîya Karkerén Kurdîstan (PKK).
L’isola, che ha una lunghezza da nord a sud di circa 8 chilometri con una larghezza di circa 3 chilometri, ha un’area di 25 km². Il picco più alto è il Türk Tepesi (“Collina Turca”) con 217 metri di altitudine.
İmralı fu strappata ai Bizantini nel 1308 da Emir Ali, il luogotenente di Orhan I. L’isola fu la prima ad essere conquistata dall’impero ottomano e permise, da parte di questi, il controllo strategico di tutta l’area del Mare di Marmara, tagliando i collegamento dei bizantini con Bursa. Il nome dell’isola deriva dal nome del suo conquistatore, Emir Ali, uno dei più importanti ammiragli dell’impero ottomano. Fino alla guerra d’indipendenza turca (1919-1923) esistevano tre villaggi greci sull’isola.
Quando Ocalan fu arrestato in Kenya, dieci anni fa, i turchi sgombrarono completamente il carcere di Imrali dei suoi detenuti: da allora lui ne è l’unico ospite, condannato all’ergastolo. In questi giorni è tornato a fare notizia, risvegliando nella memoria degli italiani i pateracchi di quei giorni in cui Ramon Mantovani lo fece arrivare in italia e il governo D’Alema se lo trovò patata bollente tra le mani e riuscì infine a spedirlo in Africa, e chissenefrega a quel punto se i turchi se lo presero laggiù. Si parla di lui di nuovo perché ci sono stati manifestazioni e scontri a partire dalle proteste sulla sua detenzione, e voci sul fatto che abbia scritto un libro in via di pubblicazione.