Deus ex autobus

Se non sono vittima anch’io di uno dei molti modi di dire sbagliati che circolano, è merito di Matteo Bordone che mi ha erudito qualche anno fa: è che al mio liceo sperimentale non si faceva latino. Non me ne dolgo – ho studiato cose più proficue – ma sono un po’ asino in latino, appunto.
Quindi anch’io, fino ad allora, credevo che il “deus ex machina” fosse semplicemente una specie di “capo”, “anima”, “guru”, “ispiratore” di una cosa, un progetto, un gruppo. Sbagliando come molti altri, compresi ieri il buon Paolo Di Stefano e Piergiorgio Odifreddi: il primo ha chiamato Maria De Filippi “dea ex machina” di Amici, e il secondo ha definito “deus ex machina” dell’UAAR il signore che ne è presidente.
Il problema, è che “deus ex machina” vuol dire completamente un’altra cosa.

Nella tragedia greca succedeva una cosa buffa, alla fine. Che poi era il gran finale, ma era l’antica Grecia e non si sparavano o baciavano tra fratelli a quei tempi. Nel senso che si baciavano e scannavano dall’inizio: cose incredibili, neonati accoltellati, incesti, roba che le famiglie e le stirpi si intricavano di odio e amore in maniera irrisolvibile.
“Come la chiude?”, “Ma qui dura una settimana?”, “Adesso muoiono tutti?” si chiedeva preoccupato il pubblico greco coll’accappatoio bianco sugli spalti, all’X-factor tragico della festa di Dioniso. E come la chiudeva Euripide?
Spesso sul finale arrivava uno che faceva dio, in cima a uno scalone di legno tipo gru, e diceva io sono Apollo, tu accoltellato muori pure dissanguato, tu già morto risuscita, tu chiedi scusa, tu vattene da Tebe, tu invece stabilisciti nel Peloponneso, fai quello che vuoi, apriti un pub, ma guai se te ne vai dal Peloponneso, l’ho detto io che sono Apollo. Gli spettatori borbottavano un po’ per questa scorciatoia da sceneggiatori di Lost, ma ormai se lo aspettavano: era la loro idea fichi-olive-e-democrazia del colpo di scena finale.
Per questo, quando qualcuno o qualcosa risolve una vicenda reale o fittizia, inaspettatamente e d’improvviso, si dice “deus ex machina”, perché ricorda il dio che parla dalla gru delle tragedie greche e mette a posto le cose.
Dire deus ex machina come si trattasse di un capo che comanda tutto lui (con tanto di profumo di macchinazioni) è semplicemente sbagliato. Per quello si dice ras, boss, gran Mogol, capoccia, re, regina di Cuori, quello che vi pare, ma non deus ex machina.

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Un commento su “Deus ex autobus

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