Notizie che non lo erano

Quella del fornaio di Altamura che ha sconfitto McDonald’s è una storia che è riapparsa sui giornali in questi giorni, per via del film che la racconta, “Focaccia blues”. Ma è una storia che pare sia andata in maniera un po’ diversa da come l’hanno raccontata i giornali. Nel 2001 McDonald’s aprì un suo ristorante ad Altamura. Dopo poco più di un anno, il bilancio fu insoddisfacente: il ristorante aveva i suoi clienti, ma non aveva sfondato, e si decise di chiuderlo. Probabilmente l’idea di un fast food ad Altamura non era commercialmente sensata, come accade per molti negozi e ristoranti ogni settimana.
Passano tre anni, e la storia della chiusura appare sui giornali nazionali. Tre anni dopo, come mai? È successo che alcune persone interessate alla promozione dei prodotti locali l’abbiano comunicata alla stampa in una formulazione avvincente: “la concorrenza del pane di Altamura ha sconfitto il gigante del fast food: le persone abbandonano McDonald’s per andare dal fornaio di fronte”. La storia fa il giro del mondo, e molti giornali trascurano di segnalare che è quantomeno vecchia di tre anni. Interpellati, quelli di McDonald’s spiegano che semplicemente non ha funzionato, e che non è né il primo né l’ultimo ristorante che chiudono. Uno spazio troppo grande, l’affitto troppo alto. E di certo anche una cultura gastronomica diversa, che però diventa sui giornali l’eroica battaglia di un fornaio concorrente. Nessuno si interroga su come mai questa battaglia non avesse avuto tanta eco al tempo in cui sarebbe avvenuta. Nessuno lo fa, perché è una bella storia.
Tanto che ne hanno fatto un film: e in questi giorni i giornali l’hanno raccontata ancora come vera. Su internet qualcuno ha ricordato come andò, e qualcuno ha spiegato che anche ad Altamura i ragazzi consumano schifezze in locali assai peggiori del McDonald’s. 

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro