Giornalisti, testimoni, e testimoni dei testimoni

Il commento di Roger Cohen del New York Times sulla differenza e la relazione tra Twitter e il giornalismo contiene valutazioni equilibrate insieme a clichés superficiali e corporativi. La questione è comunque rilevante, perché se è vero che l’informazione sta cambiando e molto, il giornalismo rimane una cosa diversa da tutto quello che è stato infilato nel grande e sopravvalutato scatolone del “citizen journalism” in questi anni. Le cose cambiano, mentre si spostano da un posto all’altro.

In fact journalism in many ways is the antithesis of the “Here Comes Everybody” — Clay Shirky’s good phrase — deluge of raw material that new social media deliver. For journalism is distillation. It is a choice of material, whether in words or image, made in pursuit of presenting the truest and fairest, most vivid and complete representation of a situation.
It comes into being only through an organizing intelligence, an organizing sensibility. It depends on form, an unfashionable little word, without which significance is lost to chaos. As Aristotle suggested more than two millennia ago, form requires a beginning and middle and end. It demands unity of theme. Journalism cuts through the atwitter state to thematic coherence.

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