È una mattonella bianca, sottile come una mattonella e grande come un Oscar Mondadori. Ed è – dopo dieci anni di rivoluzioni annunciate – il primo lettore di libri digitali che non sembra destinato all’indifferenza di un mondo in cui la carta sembrava insostituibile. Si chiama Kindle, e non l’ha prodotto una società di gadget tecnologici (anche se in questi anni sono usciti altri apparecchi che si sono fatti largo) ma il più grande venditore di libri del mondo: Amazon. Il primo Kindle fu messo in commercio due anni fa, poi ne fu prodotta una nuova versione più efficiente, e ora Amazon ha fatto un accordo con gli operatori telefonici di mezzo mondo e Kindle può connettersi a internet anche in Italia per scaricare libri e giornali in pochi secondi (si pagano le cose che si comprano ma non la connessione e il download). L’operazione è molto attraente, ma incompleta: al momento l’unico contenuto italiano è il quotidiano La Stampa, che è possibile leggere interamente su Kindle dalle prime ore del mattino per circa 13 euro al mese. Ma l’offerta di libri e giornali in inglese è invece ricchissima e Steve Kessel, il vicepresidente di Amazon che si occupa di Kindle e sta girando il mondo a promuovere la versione internazionale, fa capire che sugli accordi con gli editori italiani si sta lavorando.
Kindle si compra sul sito di Amazon, costa 259 dollari, e viene spedito dagli Stati Uniti: le prime spedizioni sono state molto rapide rispetto ai tempi consueti degli ordini su Amazon. Il prezzo dei libri è più basso delle versioni di carta (il bestseller di Stieg Larsson, La ragazza che giocava col fuoco, costa 5 dollari e 73), e l’abbonamento mensile a un quotidiano va dai 20 ai 30 dollari: si paga con la carta di credito attraverso il proprio account su Amazon.
I fattori che hanno reso il mercato più accogliente per un apparecchio che pretende di cambiare le radicate abitudini di lettura della popolazione mondiale sono due: uno è che queste abitudini sono già cambiate da sole. La lettura di articoli e testi diversi sul computer è diventata prevalente su quella su carta, e stiamo cominciando ad adattarci anche a leggere sui telefonini come iPhone e Blackberry. Non ancora i libri, ma è questione di tempo. E il secondo fattore riguarda proprio i grandi progressi di leggibilità su schermo fatti dagli ultimi apparecchi come Kindle. Poi i libri sono un’altra cosa, certo: infatti non stiamo parlando di libri, ma di leggere. Gli editori italiani si diano da fare.
Mattonella (un altro pezzo su Kindle, per la Gazzetta)
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