La fissazione superficiale sulle categorie è uno dei problemi di qualunque dibattito italiano, e ancora di più di quelli sulle cose del giornalismo. Smettiamo di chiedere “qual è il ruolo del giornalista”, “dove va l’informazione”, qual è il futuro del giornalismo”. Il giornalismo è mille cose diverse, e i giornalisti fanno mille cose diverse, compresa la Settimana Enigmistica, i programmi tv sui quotidiani, le ricette di Sale e pepe, e l’impaginazione dei fumetti. e Chi fa Sale e Pepe, la Settimana Enigmistica e I programmi tv su Sorrisi e Canzoni. Ma il giornalismo nel senso delle informazioni che aiutano a capire il mondo lo fanno anche un blogger, molte persone che lavorano nei siti di news senza tesserini, persone che con frequenza o occasionalità fanno foto e video, e mille altri ancora. “Giornalista” è una categoria professionale, non uno stato dell’anima permanente. Oppure concludiamo come è giusto che si sia giornalisti in qualunque momento si faccia del giornalismo, che oggi sono mille cose: informazione? Informazione di qualità? Se metto un video di gattini sto facendo giornalismo? Meglio lasciar perdere sterili ed eterni dibattiti sulle parole e giudicare le cose diverse nei loro diversi contesti per quello che sono, ogni volta una cosa diversa, ogni volta con giudizi diversi sulla loro qualità, che è ciò che conta: quel che è fatto bene e quel che è fatto male.