Grandi e piccole cose

La prima cosa notevole del lavoro fatto dallo staff di comunicazione di Barack Obama sul sito Change.gov è che si tratta di un ottimo lavoro. Le iniziative politiche su internet sono di solito poche, in ritardo, e soprattutto povere e inadeguate. Se non arriveranno marce indietro o distrazioni, un sito come questo potrebbe essere una cosa rivoluzionaria prima di tutto in termini di efficienza.
Quanto all’idea che gli sta dietro, quella di usare la rete per consolidare il rapporto con gli americani (sia raccogliendo le loro proposte e i loro messaggi, sia comunicando più rapidamente le scelte e le iniziative dell’amministrazione), è naturalmente un’ottima idea: benché stia allarmando molti giornalisti, che si vedono sottrarre un altro pezzetto di ruolo. Il problema sarà avere le forze necessarie a tenere all’altezza uno strumento di una potenza così straordinaria, e non dimenticarsi che esiste ancora un gran numero di persone con cui bisogna comunicare in modi più tradizionali.
Poi, è interessante sotto due aspetti paragonare tutto questo alla giornata italiana di l’altroieri. La riunione della Direzione Nazionale è andata in diretta sul web, e raccontata da alcuni siti. Il risultato, ha notato Massimo Mantellini sul suo blog, è stato catastrofico: migliaia di persone hanno potuto percepire la distanza tra la novità comunicativa e la pesantezza, il disordine e i linguaggi anacronistici di quella riunione. L’altro aspetto interessante è che proprio in quella riunione sia Walter Veltroni che Piero Fassino hanno criticato la scarsa affidabilità della stampa nel raccontare il PD, e suggerito di “rendere il proprio umore più autonomo dai giornali”. Forse un investimento di comunicazione via web più risoluto e combattivo di quello di YouDem, e una revisione dei propri novecenteschi codici avvicinerebbero un po’ a quel modello Obama tanto rincorso.

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