Il brivido delle manette

Sull’arresto di Polanski io penso una cosa sola: che non si mette in galera una persona di 76 anni, 32 anni dopo il reato e il processo per cui è stata condannata (l’ho pensato di Pinochet e di Priebke, per essere chiari). Che i passanti si mettano a discutere ora di un processo e una condanna che hanno ignorato per trent’anni mi pare veramente tempo da perdere. Ma soprattutto mi pare ridicolo e ipocrita che si metta a scrivere commenti e opinioni a favore della sua detenzione chi fino a ieri poteva incontrarlo a qualunque festival e stringergli la mano eccitato. La libertà di Polanski non è mai stata un problema per nessuno, se non eventualmente per la sua vittima, titolata a parlare: “I’m sure if he could go back, he wouldn’t do it again. He made a terrible mistake but he’s paid for it”; “I think he’s sorry, I think he knows it was wrong. I don’t think he’s a danger to society. I don’t think he needs to be locked up forever and no one has ever come out ever — besides me — and accused him of anything. It was 30 years ago now. It’s an unpleasant memory … (but) I can live with it.”

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2 commenti su “Il brivido delle manette

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