Più che un partito un enteroclisma

(ANSA) – ROMA, 17 SET – Minniti ha spiegato che «il documento è il frutto di varie elaborazioni», e nella versione definitiva è stata «tolta l’espressione sull’assenza di una bussola nel partito». «Comunque – ha proseguito ‘ex malo bonum’ (dal male nasce il bene ndr); è un documento che non si inchioda alle parole». L’altro punto che aveva suscitato reazioni negative era l’annunciata intenzione di far nascere un «Movimento» che raccogliesse «le energie interne ed esterne» al Pd. Il termine rimane, ma è scritto in minuscolo. «Visto che qualcuno pensava a una realtà strutturata, alternativa al Pd – ha spiegato Tonini – abbiamo spazzato via ogni equivoco. Diciamo che il Pd deve tornare a fare movimento, una corrente calda, senza la quale è persa la partita». Quella nata attorno al documento, chiarisce Minniti, «non è nè una corrente nè un area politica». «usiamo questo termine – ha aggiunto – perchè sosteniamo l’urgenza di un movimento di idee e proposte dentro il Pd». E l’allusione al «fuori»?. «Deve essere l’ambizione di tutti i partiti saper parlare fuori da sè stessi».

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2 commenti su “Più che un partito un enteroclisma

  1. diegodatorino

    Ti segnalo una cosa. Ieri alla Zanzara, su radio 24, un ospite di Cruciani – ero in macchina e mi sono perso il nome – parlava del rinnovamento della classe dirigente del PD, citava Civati e più in generale i “Piombini” e si lamentava della mollezza che – a suo dire – li contraddistingue: l’eccesso di buone maniere, in un confronto con lo scontro che nel PSI portò all’ascesa di Craxi. Da ultimo diceva: Luca Sofri o tira fuori il coltello o stia zitto.

  2. Marzio

    I “giovani turchi”, i “Piombini”, il “Movimento che raccoglie le energie sia interne sia esterne”, le coltellate di Veltroni a Bersani, di D’alema a Veltroni, di Veltroni a Prodi…
    E poi Chiamparino che dichiara, Serracchiani che dichiara, Fassino che dichiara, Fioroni che dichiara, Renzi che dichiara, Bindi che dichiara.
    Un bel lancio di agenzia per la propria dichiarazione ed il proprio narciso che si tonifica.

    Ormai si è perso il conto dei distinguo di ciascuno.

    Forse il partito democratico è un po’ troppo “democratico” e non si comprendono mai (non si sono mai comprese), le posizioni sulle questioni. Importanti e non importanti.

    Non so, a me Bersani piace. Mi piace il suo modo di fare, il suo sorriso sornione e la sua concretezza emiliana, anche se non mi piacciono alcune sue uscite ideologiche sentite di recente.

    Ed essere simpatici non basta per vincere le elezioni prossime venture.

    Il PD, checché se ne dica, non possiede regole di avvicendamento e quelle che si da valgono per gli altri, i pesci piccoli, non per chi è li da decenni (il caso della moglie di Fassino è il primo esempio che mi viene in mente).
    Chi perde va via e si dedica ad altro.
    Ci vogliono regole certe per l’avvicendamento. Questo risolverebbe. Ma le regole devono farle coloro i quali verrebbero avvicendati. E questo, temo, sarà lo scoglio più rilevante.

    Ciao

    Marzio

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