Il buonismo non paga

Ben oltre la consueta umana eccitazione che travolge le redazioni quando succede qualcosa di grosso, anche quando è qualcosa di brutto, è leggibile nelle prime pagine di Libero e del Giornale (e anche del Tempo, qui l’editoriale) il brivido entusiasta e felice che ha percorso alcune schiene quando la possibilità di una strage islamista si è manifestata in arrivo dalla Norvegia, ieri.

Al Giornale, dove si era mobilitata con passione anche Fiamma Nirenstein in un editoriale con grande evidenza, hanno avuto il tempo di smontare a un certo punto la prima pagina già diffusa, e ricostruirne una che prendesse atto della cantonata precedente, rimuovendola. A Libero non ne hanno probabilmente avuto il tempo (“Che sia un episodio di guerra santa è indubbio”, dice l’articolo). La considerazione generale è che uno può anche pensare che l’Islam ci vuole mangiare tutti, e orrendi uomini barbuti sono pronti a scannarci mentre noi diciamo loro buonasera, ma forse prima di urlare felice “ecco, ecco, avete visto?” sarebbe saggio darsi il tempo di non fare una figuraccia.

Una considerazione particolare riguarda invece la specifica titolazione di Libero, che induce a un interessante paradosso.

“Con l’Islam il buonismo non paga”

Adesso, aspettiamo più saggiamente di avere spiegazioni certe: ma per ora quello che pare essere successo ieri è che un bianco europeo antiislamico abbia adottato un’iniziativa decisamente antibuonista nella sua protesta contro quello che ritiene buonismo con l’Islam. Ovvero, un potenziale lettore di Libero – non fosse la lingua – che ne condivide esattamente la linea nei confronti di uno dei più importanti temi della contemporaneità, ha deciso di aderire nei fatti alla proposta di Libero: smetterla col buonismo, perché non paga. Passare ad altro.
Interessante, no?
Speriamo che invece si scopra che era solo arrabbiato con la fidanzata, altrimenti cosa si dirà in prima pagina su Libero, domani?

aggiornamento: ecco cosa.

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26 commenti su “Il buonismo non paga

  1. Piccola Dorrit

    Però che le stragi in Norvegia fossero opera del terrorismo islamico è sembrata a tutti l’ipotesi più verosimile. Anche dalle interviste a Oslo – ne erano convinti anche immigrati islamici che sono rimasti stupefatti all’apprendere poi che l’autore sia un norvegese – e anche dalla dichiarazione rilasciata dal premier che sottintende un nemico esterno che minaccia la società aperta norvegese.

    Invece, ancora una volta non è il male che viene da fuori, ma cresce tra le pieghe della società anche aperta, che mai deve perdere il senso del pericolo perché non è perfetta, e nell’individuo può avvenire quella rottura che porta al delitto.

  2. Francesco

    Però va dato atto a Libero di aver fatto l’unico titolo che non solo racconta il fatto (strage in Norvegia), ma pure le probabili motivazioni dell’attentatore.
    Interessante pure il meccanismo per cui la “guerra all’Islam” (che già è una bestialità immane) passa per il massacro di decine di ragazzini a un campo estivo di partito (non so se sia proprio quello che è accaduto, ma il fatto che l’ipotesi sia verosimile e inquietante).

  3. Luca

    L’ho scritto: il punto non è che fosse improbabile, figuriamoci, il punto è che si poteva volerci credere o voler aspettare di sapere la verità.

  4. piti

    Ma nel frattempo il lettore medio di quei giornali ha avuto modo di dare un’altra botta all’insù alla proprio ottuso pregiudizio e chissà se la smentita fattuale farà rifluire quella botta.

  5. willow

    di converso un bel pò di gente è stata felice
    che l’attentatore sia stato alto bianco biondo
    e fondamentalista cristiano di estrema destra.

    che desolazione!
    capisco perfettamente il George Orwell costretto
    a battagliare contro i “blimps”, gli ottusi e stolidi conservatori-reazionari, e contro la disonestà intelletuale di tanti intellò di sinistra e pacifista.

    è sempre più difficile trovare qualcuno che
    parli con onestà intellettuale e senza vacue illusioni di “la Storia che è in cammino” su

    “uno dei più importanti temi della contemporaneità”

  6. willow

    io detesto abbastanza visceralmente
    tutta la ghenga del Giornale-Libero-Tempo
    e ci aggiungo pure il Foglio ferrariano

    ma seguo con molta, moltissima, attenzione quello che vi scrive Giulio Meotti,
    non ne condividerò qualche sua conclusione politica, ma riporta fatti, notizie, dati
    su quello che avviene.
    Tutte cose su cui è indispensabile riflettere con attenzione.

    Detesto altresì tutta la stampa omissiva,
    tralasciando il Manifesto di cui non vale neanche la pena parlare mi colpice lo stolido “antirazzimo” dei repubblicones M.S, C.A.,
    G.A., V.Z. che liquidano il problema dando addosso
    ai Borghezio e ai Salvini, e tutto finisce lì.

    ps
    salvo il Sofri senior che almeno ci riflette su
    e aiuta rifletterci su.

  7. unespressoprego

    Prova del (tentativo di) sciacallaggio mediatico-ideologico da parte di Libero e del Giornale è che già venerdì durante l’edizione delle 23 del Tg3 c’è stato il comunicato del governo norvegese che rendeva nota l’identità dell’attentatore, specificando che è alto, biondo e di morfologia scandinava. I due quotidiani in questione avrebbero potuto -1- aspettare prima di chiudere le prime pagine, come la Repubblica, o -2- chiuderle su toni più incerti, come l’Unità. Invece, prima di avere la notizia vera, hanno pubblicato titoli e editoriali al napalm contro la minaccia islamista e gli smidollati che la sottovalutano.
    (Eppoi c’è chi dice che le riflessioni sulla qualità dell’informazione sono roba da vecchi babbioni…)

  8. RicPol

    E’ una nobile gara di orgasmi tra Libero perché gli estremisti islamici hanno messo un’altra bomba, e i buonisti di sinistra perché Libero si è sbagliato.
    Che tristezza. A me pare che 1) sono morte un centinaio di persone, e francamente sarebbe dignitoso fermarsi lì; 2) gli estremisti islamici ne hanno ammazzata davvero tanta, di gente, e ne hanno messe davvero tante, di bombe – tutti abbiamo pensato la stessa cosa, suvvia; 3) certo, se poi un giornale si limitasse a fare il suo mestiere (informare correttamente) sarebbe anche meglio.

  9. castruccio

    Si, beh, oddio … va bene marcare il proprio territorio fico-progressista, ma trovo un pelino eccessivo avere già rimosso che un gruppetto di orrendi uomini barbuti pronti a scannarci, neanche troppi millenni fa, ha tirato tre aerei in testa a qualche migliaia di persone che gli dava la buonasera.

  10. willow

    sì, penso anche io che nell’immediato
    occorreva solo informare sulla immane tragedia.
    ma gli “opinionisti” scalpitavano.

    la stampa lurido-regressista non è nuova
    a questo genere di cose.

    ho salvato sul mio hard disk una pagina del Giornale online che, nell’immediatezza di un fatto di cronaca, indicava (aizzando i suoi becerissimi lettori) due zingare come colpevoli.

    dopo pochi minuti cancellarono tutto!

  11. unespressoprego

    @ Willow, RicPol e Casrtuccio:
    – Cerchiamo di non starare la discussione: qui si parla di alcuni tra i principali quotidiani nazionali, firmati e diretti da giornalisti iscritti all’Ordine, che danno notizie false e tendenziose. Punto.
    – Il rispetto per le vittime lo si dimostra attraverso la ricerca della verità, non utilizzando questo bagno di sangue per avvalorare tesi preconcette.
    – Nessuno “rimuove” la jihad islamica, ma mica gli si può dare la colpa anche per cose con cui, a quanto se ne sa oggi, non ha niente a che fare.

  12. Pingback: Strage di Oslo: la figuraccia degli osceni quotidiani di destra :B-log(0)

  13. spago

    Sì sa sono liberali e garantisti: da liberali credono nella responsabilità personale e perciò se un musulmano fa qualcosa sono colpevoli tutti i musulmani del mondo e da garantisti gli fa schifo che una persona possa essere linciata sulle prime pagine dei giornali prima del terzo grado di processo, infatti non hanno atteso neppure le poche ore necessarie e hanno sbattuto il mostro in prima pagina. Se avessi un quotidiano domani il mio editoriale inzierebbe così. “Con loro il buonismo non serve, per Libero e il Giornale ci vuole la linea dura: le multe milionarie, l’espulsione dall’ordine e la richiesta di dimissione dei direttori. Perchè con la loro ipocrisia, il loro falso garantismo che scatta solo se sei deputato del Pdl, ci hanno sfracassato i coglioni!”. Ieri linciavano i romeni accusati di stupro in prima pagina, e se la prendevano coi Radicali che ne denunciavano il pestaggio in carcere, salvo poi scoprire che i romeni erano innocenti e non chiedere mai scusa, oggi linciano i “l’Islam” accusandolo di una strage che ha commesso un loro camerata norvegese: sempre la stessa schifezza!

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  17. Claudio Corti

    Se secondo Libero il buonismo non paga, secondo Magdi Allam è tutta colpa del multiculturalismo: http://www.ilgiornale.it/esteri/la_strage_norvegia_il_razzismo_e_laltra_faccia_del_multiculturalismo/24-07-2011/articolo-id=536636
    Per quanto riguarda gli attentati terroristici in Europa, c’è questo rapporto dell’UE: http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cmsUpload/TE-SAT%202010.pdf
    A pagina 50 c’è il riepilogo degli attentati (falliti, sventati, riusciti) nel 2007, 2008, 2009 nei paesi membri: al primo posto c’è il terrorismo separatista con 1166 attentati, segue il terrorismo di sinistra (89), poi non specificato (53), poi di destra (5) e infine islamista (3).

  18. nemonomen

    a posteriori, e’ molto interessante che abbiano titolato “il buonismo non paga”. Tutta la prima parte del menoriale di Breivik, ‘2083 A European Declaration of Independece’, e’ una critica alla political correctness ed al buonismo, peraltro copiaincollata (giusto cambiando USA in West Europe)dal libro “Political Correctness: A Short History of an Ideology”, a cura di William Lind (un conservatore americano). Quasi tutto il memoriale e’ un copia incolla, by the way…

  19. Luigi Bruschi

    Alle volte credo (spero?) che l’esistenza dei vari Belpietro, Feltri, Ferrara & Co., al di là delle loro vere motivazioni o reali convincimenti – tutti da stabilire – sia funzionale a riflettere con attenzione per definire una volta di più qual è il modello di società che proprio non vogliamo:
    Chi semina vento, raccoglie tempesta.
    Speriamo sia davvero così, perché se dovessero un giorno prevalere quelli che la pensano come loro, saremmo alle porte di un nuovo Medioevo…

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