D’ora in poi

Come forse avete letto, abbiamo aggiunto una nuova introduzione e qualche aggiornamento e correzione a Un grande paese e con Rizzoli BUR abbiamo messo in vendita la nuova edizione in versione e-book. Al di là dell’interesse personale e dei contenuti, l’idea mi ha affascinato molto per quello che mostra di un futuro possibile dei libri digitali. Da quando abbiamo deciso di fare l’aggiornamento e la nuova edizione alla sua messa in vendita è passata appena una settimana. In questo caso si è trattato di qualche correzione e una decina di pagine in più, certo: ma il procedimento vale anche per riedizioni più impegnative, e persino per libri nuovi.

Oggi i tempi di pubblicazione di un libro di carta sono molto lunghi: tra la consegna del testo finito da parte dell’autore e l’arrivo in libreria passano di solito circa due mesi, e il libro è stato comunque annunciato ai venditori e ai librai già altri mesi prima. In editoria è nota quindi la categoria eccezionale dello “instant book”, ovvero di un libro sull’attualità stretta che brucia i percorsi di produzione tradizionali e viene ideato e mandato in libreria nel giro di poche settimane. Ma sono casi straordinari e comunque mai immediatissimi. Il libro digitale permette invece di andare in vendita immediatamente: un libro ha solo da essere scritto, che a volte non è un impegno così lungo per chi abbia le competenze su determinati temi di improvvisa attualità.

Ma non sono solo i tempi, sono anche i costi: all’editore, come si può capire, aggiungere un aggiornamento e una revisione della copertina a Un grande paese costa il lavoro di una giornata di un editor attento (immagino). Farlo su un libro nuovo sarebbe un lavoro maggiore, ma saltano lo stesso praticamente tutti i costi di produzione dell’oggetto e distribuzione. Un editore non sceglierebbe quindi più di pubblicare un libro sperando nella vendita di almeno alcune migliaia di copie (3 mila, 5 mila, 10 mila, 20 mila, a seconda di autori ed editori), ma ci starebbe dentro anche su prospettive molto più ristrette. Rientrare nei costi di produzione e vendita di un ebook ha bisogno di ipotesi di vendita assai minori. La nuova edizione di Un grande paese, per esempio, non ha ambizioni di grandi numeri, tutto considerato: però ci è costata pochissimo ed è comunque valsa già la pena, dopo tre giorni di vendite.

La semplifico un po’, certo: il mio editore leggerà queste righe e mi chiamerà per dire che n0n è esattamente così semplice, che ci sono variabili un po’più complicate. Però questa rivoluzione di cui si parla da tanto continua a fare passetti avanti: anche se le potenzialità di oggi sono limitate dal mercato ancora piccolo.
Però si può fare, e soprattutto si comincia a fare. D’ora in poi.

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10 commenti su “D’ora in poi

  1. marcocagnotti

    Questa rivoluzione farà un passo gigantesco quando gli editori si decideranno a non lucrare scandalosamente sugli ebook. Non ha alcun senso, per dire, che “Un grande Paese” cartaceo costi 8.50 euro e quello digitale 6.99 (entrambi su ibs.it).
    Conoscendo (a spanne, ma tanto basta) le percentuali sul prezzo di copertina che vanno all’autore, all’editore, al distributore e al libraio, si conclude rapidamente che, eliminati gli ultimi due attori, se il prezzo dell’ebook fosse un terzo del prezzo della versione cartacea l’editore ci guadagnerebbe in ogni caso, perché comunque non avrebbe la stampa e il magazzino.
    Finché i prezzi non scenderanno, gli ebook non decolleranno e il mercato resterà piccolo.
    E te lo dice uno che al libro digitale ormai s’è convertito anima e corpo.
    M.C.

  2. Luca

    Può non cambiare la valutazione, ma il libro di carta costa 10 euro, a essere precisi: il prezzo di 8,50 è quello scontato di IBS, Amazon e altre librerie online.

  3. carlo

    devo concordare con marco.
    il prezzo è un elemento fondamentale.

    a me, come a molti altri, piace “l’oggetto” libro. mi piace averlo tra le mani, mi piace riporlo nella grande libreria che mi sono fatto costruire a casa.

    però non ho problemi a rinunciarci in favore della praticità: per dire, sto leggendo un testo molto voluminoso, e nel prossimo imminente viaggio sarebbe un piacere averlo sul kindle che mi è stato regalato per natale.

    l’edizione cartacea di quel testo (la biografia di jobs) costa 20 euro. quella elettronica 12. ora, a me sembra proprio che per un editore il costo della carta, della stampa e della distribuzione possano incidere ben più di un 30%.

    quindi, a meno che non vogliano fare la fine dei loro omologhi musicali (annientati da una novità che non hanno saputo gestire, e che solo itunes è riuscita a “cavalcare” quando il mercato era già in macerie) sono gli editori che si devono svegliare.
    invoglino i lettori, facciano una politica aggressiva sui prezzi e accattivante dal punto di vista del marketing. che so: hai comprato l’edizione cartacea? aggiungi un euro e scarica l’ebook. ancora: si potrebbe mettere una “colonnina” per il download a pagamento (modico) nelle stesse librerie. insomma, si favorisca l’interazione, si evidenzino le analogie tra i due media, anziché cercare di giocare sulle differenze e sperare che la gente non faccia il passo…

    così anche i più affezionati alla carta potranno capire quanto è comodo leggere su un “coso” che pesa pochi grammi.

  4. Hytok

    1) Senza offesa, rieditare lo stesso libro aggiungendoci 10 pagine e qualche correzione è uno schiaffo a chi ha comprato l’edizione precedente, un’operazione che non ho mai sopportato.

    2) Un ebook dovrebbe costare al massimo un terzo del prezzo della versione cartacea, per invogliare l’acquirente a preferirlo.

  5. luca

    marco cagnotti +1

    Mi sto appassionando all’idea dell’e-book da quando ho preso il mio kindle, sebbene nel mio lavoro, per il quale spesso mi ritrova a scaricare vecchi testi (solo idealmente) polverosi da siti come archive.org, il supporto kindle presenti qualche piccolo svantaggio rispetto al pdf.

    Oggi ho comprato l’edizione inglese di Sea of Puppies (Mare di papaveri, 2009) di Ghosh. Prezzo: 5euro e 99
    Nella schermata compariva anche il secondo volume, River of Smoke (Il fiume dell’oppio), uscito da pochi mesi. Prezzo: 15euro e sblisga…

    Gli editori, se vogliono risparmiare, essere prontamente sul mercato – operazione interessante considerata la quantità di istant-book che sono usciti negli ultimi 10-15 anni -, e fidelizzare la propria clientela digitale, DEVONO abbassare i prezzi.

  6. luca

    Oh, naturalmente mi riferivo al prezzo dei libri appena usciti… Quei 15euro e sblisga per River of Smoke mi restano sullo stomaco come l’ennesimo piatto di tortellini mangiato durante le feste di natale…

  7. gioralb

    Non ho trovato il libro in versione kindle, e su ibookstore è pubblicata ancora la versione del 15 aprile 2011. Come faccio a leggerlo sullipad? :)

  8. bronzin

    Solo una cosa, la quale mi sembra abbastanza ovvia da far notare fra l’altro. Io ho comprato la vecchia versione. Credo tutto sommato sarebbe corretto che si potesse in qualche maniera usufruire del diritto di avere gratuitamente la versione aggiornata.

    Tutto qui.

  9. uqbal

    Sono d’accordo con Hytok e bronzin: questa filosofia può esser giusta soltanto se un’aggiunta di 10 pagine su un libro di 100 costa il 10% del libro. Altrimenti ciao aggiornamento: mi compro un libro che non ho già letto per il 90%, spendo uguae e mi sento più contento.

    Eppoi davvero i prezzi devono scendere: senza la carta, la stampa e la distribuzione un libro quanto può costare?

  10. marcocagnotti

    Facciamo due conti a spanne sul prezzo di copertina di un libro cartaceo.

    All’autore va di solito un 10% (nel migliore dei casi: nella gran parte dei casi molto molto meno).
    Al libraio va circa un 30%.
    Il distributore prende pressappoco il 30% (e spesso molto di più).
    All’editore va il restante 30%. E deve farci stare anche la stampa, il magazzino, le rese.

    Ripeto: è una stima molto a spanne. Mettiamoci una barra d’errore del 10%.

    Ora, col digitale il libraio e il distributore spariscono e rimangono solo l’editore e l’autore. Dovrebbe quindi sparire il 60% del prezzo di copertina. Se così fosse e l’editore continuasse a prendere il 30%, il suo guadagno sarebbe comunque maggiore che con la carta, perché nel frattempo sono scomparse anche la stampa, il magazzino e le rese.

    Conclusione: un libro digitale non dovrebbe costare più del 40% del prezzo di copertina della versione cartacea. Un 30% sarebbe un prezzo onesto e ragionevole.

    Vedere un libro cartaceo da 10 euro venduto a 7 euro come ebook è, scusate l’eufemismo, uno schifo. E certo non invoglia alla transizione. (Precisazione importante: l’autore in tutto questo non c’entra, come dovrebbe essere ovvio.)

    Finché gli editori non capiranno che devono intervenire pesantemente sui prezzi, cambiando la propria filosofia, il mercato dell’ebook di massa non decollerà.

    M.C.

    P.S.: Nemmanco a farlo apposta, ho appena pubblicato una cosa sull’argomento degliebook: http://www.stukhtra.it/?p=7561

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