Siamo tutti loggionisti

Domenica sera sono stato alla Scala, ho visto Le nozze di Figaro, e da amante dilettante dell’opera che in vita sua dal vivo ne ha viste credo manco sei, mi è piaciuto molto. E va bene.
Poi alla fine sono usciti tutti i cantanti e sono stati applauditi intensamente. Poi è uscito il 24enne direttore d’orchestra ed è stato fischiato, e gli hanno fatto buuuu. Glielo avevano già fatto qualche giorno prima, mi hanno spiegato. Mi hanno spiegato che la sua direzione è criticata, che è freddo, che va troppo veloce, che molti lo trovano arrogante. Non mi hanno spiegato, ma mi è parso evidente, che un direttore di appena 24 anni alla Scala debba scontare un pregiudizio negativo. A esserci, quando succede, è molto spiacevole e fastidioso: ma mi hanno detto la tradizione eccetera.

Ma al di là di ragioni o torti delle eventuali critiche (un buuu non è una critica), l’impressione di un contesto in cui il dissenso si esprime anonimo, aggressivo, offensivo, superficiale, nei confronti di qualcuno che ha fatto un lavoro straordinario e pazzesco che non saranno mai capaci di fare in mille anni quelli che gli fanno buuu e che trovano solo così occasione di affermazione del proprio preteso amore per ciò di cui si parla, mi ha illuminato su una cosa che penso e dico da molto, e che ho visto confermata.

I commenti prepotenti, saccenti, violenti e privi di argomenti su internet vengono da lontano, e non li ha inventati internet. Internet ha solo dato un’alternativa – spazio, tempo, possibilità di argomentare e farsi ascoltare anche senza urlare – mostrando chi la vuole sfruttare e chi no.

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25 commenti su “Siamo tutti loggionisti

  1. liczin

    Magari qualche loggionista vorrebbe dirgli pacatamente che la sua direzione non gli è piaciuta davvero, che è troppo freddo, veloce e arrogante (ché non c’è bisogno di saper fare una cosa per criticarla, non c’è bisogno di essere un tenore perfetto per riconoscere una stecca, e magari i loggionisti – che peraltro personalmente non stimo, che trovo in genere tradizionalisti e e retrogradi – capiscono se un’opera è fatta bene o male anche se non sanno suonare neanche il campanello di casa), e magari il fatto che è giovane non c’entra davvero, però su dal loggione che può fare più di un buuu?
    E mi pare che tutto ciò valga anche per internet: se mille loggionisti fanno mille post analitici e circostanziati quel che arriva non è tanto più di un buuu. Chi li legge mille post di sconosciuti?
    Noi quassù siamo massa e ci ascoltano solo quando tutti insieme facciamo buuu. Sennò è brusio.

  2. minimAL

    Son due cose differenti: chi urla o fa “buuu” contro un’esecuzione musicale che non gli è piaciuta, partecipa anche a una liturgia (discutibile o no, è tutta da vedere), in forma obbligatoriamente anonima; chi commenta sul web, invece, lo fa come singolo e comunque mette la sua faccia, il suo nome, il suo essere individuo e individuabile (troll esclusi, s’intende).
    Poi se uno sembra dire solo “buuu” o prova ad “argomentare”, sta anche nell’animo di chi viene commentato.
    Per finire, non metterei le due cose sullo stesso piano, neanche nella forzata forma allegorica come fai tu: la Storia dell’Opera è così intrisa di usanze anche incomprensibili, di cui a volte ci resta un lascito meramente simbolico – come il “bambino” fischiato – quasi e ancora affascinante.
    Ciao,
    Alessandro

  3. fausto57

    Quindi un tifoso allo stadio non può fischiare un giocatore di serie A perché lui (il tifoso) non saprebbe fare neanche un decimo di quel che comunque sa fare quel calciatore?

  4. riccardo r

    riprendendo da liczin:
    siamo tutti loggionisti, quando non si può essere altro.
    E quindi si ritorna al tema del mezzo e dell’informazione, a Twitter e Serra.

  5. Francesco

    Un paio di anni fa ho avuto occasione di scambiare qualche parola con una cantante dilettante (nel senso che lo fa come secondo lavoro, esibendosi in feste e locali) e ha passato quasi tutto il tempo a lamentarsi di quanto trovasse umiliante il fatto di, dopo un’esibizione sottotono o con evidenti stonature (magari per un mal di gola), sentire sempre e solo applausi.
    Devo dire che mi ha fatto sentire in colpa.
    Penso (ma con molti dubbi) che i loggionisti della scala facciano molto bene a esprimere in quel modo il proprio giudizio, anche perché non esiste un altro modo altrettanto chiaro (e forse altrettanto umile, visto che è un semplice si/no, senza giri di parole di spiegazione).
    In fondo è proprio quel primato del merito che abbiamo completamente perduto in questo grande paese.
    E anche il senso delle proporzioni: il loggione la pensa così, punto, mica si deve rispoindere a ogni tweet o a ogni commento, se il regista è convinto nelle sue scelte (e ad altri piacciono) andrà avanti così (e alla fine sarà “capito” anche dai più conformisti), in ogni caso è un bene che abbia sentito chiaro il giudizio di ogni parte del pubblico, invece di un applauso insistinto e ipocrita.

  6. Esau Sanchez

    Non capisco il senso della questione. Per me i fischi del tifoso o del loggionista non sono commenti saccenti, tantomeno lo sono solo perché il “critico” ha infinitamente meno talento del criticato. Il criticato, in fondo, si espone al pubblico, prendendosi le sue responsabilità.
    Certo, poi, è sempre meglio argomentare, come si può fare su Internet, oppure anche al bar, dopo il teatro o la partita.

  7. george kaplan

    Tanto dalle curve che dai loggioni piovono spesso schiamazzi e fischi immotivati e frutto di pregiudizio.
    Credo che il “buuu” sia facile da emettere, ci riesce anche un animale.
    Una argomentazione critica sensata è più difficile da sostenere, perché presupppone un pensiero e delle conoscenze specifiche.

  8. Carlo M

    sottoscrivo ciò che dice fausto57, e mi sfugge il senso di questo post (che probabilmente un senso non ce l’ha).

  9. Andrea P.

    Quoto liczin, e cerco di farlo pacatamente. Un buuu alla Scala è una tradizionale e normale forma di dissenso, che non è sempre, non è automaticamente figlio di frustrazione, e non automaticamente sconta un pregiudizio negativo (che è il nodo centrale dell’intero ragionamento, ma poggia su un “mi è parso evidente”, che andava invece circostanziato). Può anche darsi che sia come si dice nel post; ma anche no. Può darsi che un commentatore veemente sia un troll ansioso di autoaffermazione (può darsi che io stesso lo sia), o anche che sia una brava persona che voglia discutere, e manchi solo di strumenti espressivi, o di dimestichezza con certe netiquette di rete. Come in tutte le cose, detratte le forme irricevibili (un buu è una cosa, un insulto è un’altra), si tratta di mettersi lì e entrare nel merito per capire, ché le cose sono spesso complicate: ci sono anche direttori ventiquattrenni scarsi ed ottantenni brillanti. Voglio dire, capita di tutto.

  10. pizzeriaitalia

    Se non con il “Buuu..” (che certo non è una critica argomentata…), come si potrebbe esprimere il dissenso in un teatro lirico, con una lettera al Times? Per tradizione i “loggionisti”sono assai preparati sulla materia, forse poco propensi all’innovazione, ma preparati.
    “I commenti prepotenti, saccenti, violenti e privi di argomenti” sono una gran brutta cosa quando puoi esprimere il tuo pensiero per iscritto, con tutto il tempo che vuoi… ma quando l’oggetto del tuo commento appare per poco tempo tra due drappi rossi di un sipario, se del caso, un “Buuu…” va benissimo!

  11. Andrea P.

    Vorrei dire un’altra cosa (scusa, mi è venuta in mente dopo, sono lento); e cioè che quel “non saranno mai capace di fare in mille anni” è molto vero, ma lo è proprio perchè ci sono i loggionisti criticoni (tu dici: violenti). E cioè che per salire su quel palchetto alla Scala (che rappresenta eccellenza assoluta ed insieme tradizione, rispetto assoluto di un Canone) c’è dietro un processo di selezione immane, infinito, che comprende esami e numerosi vagli pubblici, compresi quelli di numerose platee scassacazzi. I professori che suonano all’orchestra della Scala sono individualmente tutti eccezionali: se io salissi su quel palchetto e muovessi le mani a vanvera, loro suonerebbero comunque molto bene (puoi sostituire con me sulla panchina del Barcellona). E’ nello scarto fra benissimo e l’eccezionalità che c’è La Scala di Milano. E tutti quei criticoni buuuanti sono parte integrante di quel processo di selezione.

  12. trentasei

    Questo significa che nessuno di noi, non essendo riuscito ad aprire un giornale, poteva criticare quel che hai scritto, nemmeno argomentandolo? Cos’è, uno scherzo o insofferenza alla critica e al dissenso? Stiamo facendo di tutte l’erbe un fascio, mi pare, associando troll nervosi e commentatori arguti alla pari di ascoltatori occasionali e appassionati dell’Opera. Boh. Non ho capito, ma non sono il solo. Dobbiam quindi tacere?

  13. RicPol

    Massì, per una volta sono perfettamente d’accordo con i commenti, e per nulla con il post. Al di là della Scala, della tradizione eccetera, la reazione negativa, collettiva, anonima e sintetica (il buuu!) ha sempre fatto parte della produzione culturale. A volte il buuu! è espresso a torto, a volte esprime comunque lo zeitgeist, a volte solo l’ignoranza diffusa del pubblico (ma anche questo è zeitgeist).
    E comunque è democratico. E’ come se un politico trombato alle elezioni si lamentasse del dissenso anonimo e immotivato di chi gli ha votato contro.
    Personalmente trovo più preoccupante quando un cattivo politico vince l’elezione. O quando il pubblico applaude Lang Lang.

  14. trentasei

    @svalbard, nemmeno filippo facci, stando alle argomentazioni del post, non essendo un musicista nè un attore dell’ Opera, può commentare. E’ un appassionato, ma “non sarà mai capace di fare in mille anni” quello che ha fatto il direttore d’orchestra.. zut!

  15. pifo

    Ho un paio di sospetti:
    Sospetto N.1
    Dobbiamo il post di L.S. non tanto alla situazione in se (coro anonimo di disapprovazione rivolto alla esibizione artistica di un uomo solo) quanto al contesto “selezionato” (La Scala) e alla particolarita’ mediatica del personaggio (direttore d’ orchestra giovane, brillante, visibile).
    Identificazione dovuta piu’ alla attrazione che ad un reale sentimento di giustizia.
    Sospetto N.2
    Andrea Battistoni sta per diventare una firma de IlPost.

    P.S. Ho avuto modo di ascoltare il Battistoni direttore e di leggere il suo libro: una personalita’ interessante ed amabile alla quale va augurato tutto il successo possibile, perche’ meritato. Qualcosa mi dice pero’ che Battistoni per primo abbia saputo calcolare e mettere in conto i “buu” che gli arrivavano addosso dal loggione.
    Non un Allevi qualsiasi insomma.

    Saluti.

  16. Luca

    Grazie ai tre che hanno letto quello che ho scritto, ma anche agli altri. Effettivamente il “buuu” manca di fondati argomenti, ma anche di infondati.

  17. Francesco

    Rileggiendo il post ho due perplessità:
    1) perché “il buu non è una critica”? Per la mancata argomentazione?
    2) perché sarebbe simile a commenti come questo (che invece anno quasi sempre una struttura articolata è non sono semplici semplici “like” o “dislike”)?

    ps: è sano che esista il pulsante “like” (o “+1”) e non l’opposto? oppure è un sintomo di un problema nelle nostre società?

  18. max

    Ai tempi di Mozart, durante i concerti succedeva di tutto. Durante intendo, non prima o dopo. La liturgia del silenzio obbligato e degli applausi (o dei “buuh”) solo alla fine dell’atto è invenzione più recente. Il pubblico è ingessato in un rito fuori dalla musica e dal suo senso originario. Scimmiotta emozioni, trattenendole o liberandole come da scaletta di recitazione, del pubblico pagante. Idem per le “standing ovation”. E’ un reality, una finzione erroneamente colta, mentre invece è del tutto antistorica o innaturale. E’ plastica. La muisca ed il pubblico ai tempi di Mozart era ben altro. Era condivisione spontanea. Era emozione. Oggi è rito. E finto. Buuuh o applausi convinti inclusi.

  19. gavagai

    Un comportamento collettivo è sempre una somma di comportamenti individuali, ma se per un “buu” occorre un loggione o una tribuna rossa, ovvero una massa critica che consenta al “buu” di manifestarsi, nel caso della rete basta agganciarsi al post di qualcuno o scalare la SERP per qualche giorno con una paginaccia su Facebook. Quello che cambia sostanzialmente sono le proporzioni: un consistente numero di amatori su un totale di uno stadio o di un teatro vs. un nugolo di troll agguerriti contro la popolazione mondiale. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità e sarebbe bello che “il popolo della rete” vivesse le proprie azioni, al di là della bontà e della sensatezza delle stesse, con la stessa consapevolezza dei loggionisti o della tribuna di San Siro. Purtroppo mi pare si stia andando sempre di più verso manifestazioni umorali e di corto respiro perchè se un loggionista ricorda a menadito le 14 rappresentazioni dell’Aida cui ha assistito la rete valuta e dimentica con like e i “buu” con l’effimera rapidità di un click.

  20. guitarpraxis

    Francamente sono parecchio stupito dai commenti. Quello che io ho capito del post di Luca è che una tendenza ad affermare se stessi per via aggressiva, specie se al di fuori di un contesto “téte a téte”, prescinde dal mezzo internet (declinato di volta in volta in “blog”, “twitter”, o internet tout court), e ci appartiene molto più profondamente. E, forse, riconoscere questa tendenza e affrontarla sarebbe utile a una comunità migliore.

    Ma magari ho capito male io, e si tratta invece di non poter criticare i personaggi pubblici…

  21. ro55ma

    @gavagai e @guitarpraxis mi confermano che non avevo letto male io il post di Luca ma, probabilmente, la maggioranza dei commentatori (che peraltro ne confermano, perfettamente, l’assunto).

  22. enrigo

    Tipico di un intellettuale arrogante quello di giudicare, pur avendo visto non più di 6 opere dal vivo, gli umori e le motivazioni di chi contesta il figo di turno, il direttore di 23 anni approdato già in Scala…
    Il post lo abbiamo letto tutti, e pur concludendo con una morale in parte condivisibile (la disapprovazione anonima è sempre esistita, non è nata in rete), è infarcito, in poche righe, di opinioni che dicono molto di più sul suo autore. Chi contesta il giovane sicuramente lo fa per pregiudizio (a giudizio insindacabile dell’inespertissimo Sofri), si permette di giudicare il lavoro incredibile di qualcuno che è di sicuro tanto superiore, il buu è quindi saccente (da che pulpito!), prepotente, violento, insultante! Si può solo applaudire quindi, se sei pubblico beota!

  23. max

    La cosa più interessante (per il minuscolo della mia capacità intellettiva e non forzatamente per altri) è leggere alcuni commenti, qui. Intendo quelli di chi (compreso Luca) commenta non i commenti, ma la capacità di comprendere correttamente prima di averli scritti. E quindi capisco meglio una cosa: sì, si può essere loggionisti. Specie se ci si considera i soli ad essere in grado in capire, per se e per gli altri. (rido, divertito del paradosso. involontario? mistero. resto comunque con domanda e dubbio, ché fanno meglio al mio, di pensiero…)

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