I’m Beck

Beck Hansen, è famoso come Beck. Mi perdonino i suoi numerosi e devoti fans se ne scrivo un paio di cose superflue, per i profani. Ma è un po’ di tempo che si manifesta poco, e nuove generazioni arrivano e le vecchie si dimenticano. Lui ha quasi 42 anni, è di Los Angeles, fa il musicista e il cantautore: e negli anni Novanta fu celebrato come uno dei più eclettici e creativi agitatori del rock. Fece un pezzo di grandissimo successo – “Loser” – e altre cose tirate e piene di suoni, bilanciandole con ballate di andamento psichedelico e ondoso (aggettivo indotto dal titolo del suo disco migliore di questo genere, “Sea change”). Poi da un po’ di anni si è fatto molto da parte, dedicandosi a produzioni di dischi altrui, collaborazioni e partecipazioni puntuali a colonne sonore (una delle sue cose più belle di sempre è la cover di “Everybody’s gotta learn sometimes” nel film “Eternal sunshine of the spotless mind”, quello di cui è proverbialmente imbarazzante il titolo italiano). Ora Beck, che non accenna a mettere insieme un disco nuovo dal 2008, ha infilato una canzone nuova nel film “Jeff, who lives at home”. Si chiama “Looking for a sign”, ed è bella, di quel genere lì ondoso. Ci si accontenta.

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3 commenti su “I’m Beck

  1. anais

    Ai tempi (da ragazzina praticamente) avevo comprato il cd Sea Change e l’avevo sentito spesso, con molto piacere. The golden age aveva avuto successo nella sua relativa nicchiaggine tant’è che è stato utilizzato anche in una puntata di Sex and The City per dire. A parte questo, con la dovuta distanza, devo dire che forse ( io personalmente e magari non sono la sola) ho un po’ sopravvalutato Beck. Come dici tu ci si accontenta, ma dove sono finite le aspettative?
    Cozza poco forse ma ho anche letto da qualche parte che è un forte sostenitore di Scientology e mi sono detta che cosa strana non mi pareva il tipo. Chissà.

  2. pbm

    stiamo parlando di colui che mise miss violetta beauregarde al secondo posto nella sua classifica 2006, ricordiamocelo :(

  3. asmart

    Ricordo la prima volta che ho visto “Eternal sunshine of the spotless mind” di essere rimasto molto colpito da canzone sui titoli di coda. Una splendida maniera di elaborare il lutto per la fine del film.
    P.S. Complimenti per il titolo del post :)

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