Un’altra scala di partito

Estendo appena una considerazione che ho fatto ieri su Twitter, perché vale sempre la pena ricordare, in una catastrofe abbastanza generalizzata che riguarda tutti i partiti, che però ci sono delle cospicue differenze. E oggi il Partito Democratico – sulla cui natura ai miei occhi gravano delle questioni irrisolte e forse irrisolvibili – si trova però ad avere al suo interno non uno ma entrambi i due candidati premier che hanno maggiori chances di vincere le prossime elezioni italiane. Qualcosa vuol dire.

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14 commenti su “Un’altra scala di partito

  1. archi

    Si, ma mo basta co’ ‘sti candidati premier. I giornalisti per primi dovrebbero non usare questi termini che sono stati creati appositamente per sbolognare il concetto che l’Italia sia una repubblica presidenziale… cosa che non è.

    La nostra è una repubblica parlamentare e noi votiamo i parlamentari, punto e basta, così magari i cittadini iniziano a legersi la costituzione ed a non farsi prendere per i fondelli dal primo furbo di turno.

    A Sofri… inizia tu che sei una persona intelligente.

  2. archi

    Appunto Luca… appunto, ed è una cosa che se ci pensi bene è gravissima. Viviamo in un paese nel quale semplicemente usando le parole è stato fatto accettare a tutti cose che erano inaccettabili… con la complicità di praticamente tutti gli organi di informazione. Vogliamo votare il presidente del consiglio? Vogliamo cambiare la nostra costituzione? Ci sono procedure parlamentari per quello… non si può accettare che una cosa tanto importante venga fatta passare sotto silenzio semplicemente facendocela scivolare addosso.

    Qual’è il ruolo del giornalismo in questi casi? Semplicemente accettare uno stato di fatto che normale non è come cosa normalissima? Sinceramente credo proprio di no.

    Luca, i grandi cambiamenti si fanno partendo dalle piccole cose… sia quelli in meglio che quelli in peggio. Non me ne volere.

  3. ro55ma

    Non capisco (archi) quali “cose inaccettabili” siano state fatte accettare (immagino con la forza o chissà quale sopruso democratico) agli italiani ma, di sicuro, non c’è il “presidenzialismo” ma solo il fatto che tutti si fossero – a suo tempo – detti d’accordo che il “candidato premier” fosse un buon, piccolo, passo per evitare la pastoia parlamentare, post elezioni, dei quarant’anni precedenti; se non sbaglio finì sulla scheda elettorale per quel motivo (e per il rifiuto di affrontare le modifiche costituzionali).
    E il PD ha (si spera) almeno due discrete alternative, perchè di alternativo hanno quasi tutto, e anche questo, nello smarrimento generale, è un bel passo avanti, come dice Luca.

  4. uqbal

    Archi

    Non ti sembra di esagerare? Non mi sembra che indicare quale, a proprio avviso, dovrà essere il PdC sia proprio uno stupro delle libertà fondamentali…

  5. Francesco

    +1 per Archi, il cambiamento della costituzione per via ordinaria (e in parte per via definitiva) è una delle cause della crisi politica degli ultimi vent’anni (e non era facile far peggio del ventennio precedente).

  6. Francesco

    agh, il correttore automatico ha fatto casino: volevo scrivere “per via televisiva”, non “per via definitiva”

  7. rullx

    Cos’è? Che genere giornalistico è questo? Emozioni da pausa caffè? Sentimenti nell’ascensore? E poi … Cosa vuol dire “qualcosa vuol dire?” (Sia detto con rispetto rispetto)

  8. Broono

    E qualcosa vuol dire sì.
    Vuol dire che nelle analisi si sta adottando anche a sinistra la tecnica berlusconiana del sondaggio come indicatore 1:1 di rappresentanza reale.
    Ora tutto sta a capire se si sta (così) berlusconizzando la sinistra per far apparire Renzi come una reale opportunità e quindi fargli recuperare svantaggio su Bersani o se la sinistra già berlusconizzata è il motivo per cui i due che “hanno maggiori chances di vincere” possono detestarsi cordialmente pur stando nello stesso partito senza che nessuno consideri la cosa meritevole di qualche riflessione.
    Non so, magari sbaglio io, ma non è che se riempite pagine e pagine per dirci che Bersani e Renzi sono come Obama e la Clinton, nessuno si accorge che in realtà sono come Berlusconi e Fini.
    E’ possibile sapere, da voi che ci fate merenda, quali sono i punti di contatto tra Bersani e Renzi?
    Cosa firmerebbero insieme senza indugi?

  9. MAGO

    +1 ARCHI ha ragione: le primarie, ad esempio, negli USA sono una cosa seria, perchè i partiti sono seriamente organizzati sotto leggi ferree; non come in Italia dove i tesseramenti sono falsi, i congressi sono un reality show ecc. ecc. ometto per carità di patria. Pertanto è bell’ora di togliere il megafono ai nostri imbonitori politici. Almeno questo

  10. archi

    Secondo me è proprio il fatto di non riuscire a percepire uno sgarro alle regole come un problema a creare i presupposti al disastro.

    Tutti d’accordo chi? Chi decide cosa è grave e cosa no? Perché ci sono sgarri alla costituzione che sono insopportabili ed esecrabili ed altri no?

    Raccontare agli italiani che hanno il diritto di votare una persona a capo della presidenza del consiglio, non solo è una grossa bugia, ma è soprattutto uno snaturare la nostra costituzione. Se i nostri padri fondatori hanno optato per una repubblica parlamentare… se hanno deciso che era più salutare per gli italiani votare dei rappresentanti parlamentari e non un uomo solo al comando c’era un motivo… e questo motivo si chiamava mussolini e la possibilità di una deriva autoritaria, sempre possibile ed anzi probabile quando si pensa di poter delegare ad una persona al comando.
    E questo motivo ignorato… sottovalutato ed anzi osannato ha partorito berlusconi ed il porcellum… inutile raccontarcela.

    Facciamoci un piacere… smettiamo di credere alle frottole ed alle belle storie. La nostra democrazia potrebbe funzionare solo se si rispettano le regole, non quando si prendono le scorciatoie. Se iniziamo a credere che la democrazia sia poter scegliere l’uomo al capo e non ritagliarsi faticosamente il proprio ruolo con un impegno politico… beh, questa è la fine della democrazia.

    Non raccontiamocela… il voto è il contributo democratico più basso che possiamo dare al servizio del paese. Quello più alto è un serio impegno politico, ognuno commisurato alle proprie capacità.

    Se non capiamo questo è inutile star qui a parlare.

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