Confesso che per qualche minuto ho temuto che quello in prima pagina su Repubblica fosse l’ennesimo pezzo che – a partire dal falso video dell’aquila e del bambino a Montreal – opponeva la scarsa affidabilità del web alla serietà dei professionisti dei media tradizionali (titolo: “La fortuna dei falsi sul web”). Tesi propalata con risentimento in molte vecchie redazioni che si sentono assediate dal cambiamento e si rendono nel frattempo responsabili della estesa diffusione di falsificazioni e bugie presso i lettori: e della cui ipocrisia ho scritto altre volte.
Invece, siccome stavolta il pezzo l’ha scritto Vittorio Zucconi che è uno che ha visto il mondo e non va vendendo falsi valori, a un certo punto spiega con correttezza, finalmente:
I media tradizionali, i cosiddetti mainstream, nella loro ricerca di pubblico contribuiscono alla confusione e accreditano il falso. Dal “Gattino Bonsai”, infelice e inesistente felino allevato in bottiglia per miniaturizzarlo, alle “Scie Chimiche”, panzane, scherzi, invenzioni rigurgitano anche sotto le bandiere di media rispettabili, che abdicano alla propria funzione di filtro per avere contatti. Avviene anche di peggio, come nel caso della Fox News di Murdoch o della augusta Cnn sorprese a mandare in onda immagini di violenza e di sommosse di strada girate in un Paese e attribuite a un altro, per “effetto”.
Zucconi chi? Quello che secondo l’amico Camillo non sa di che parla? Salvo quando lo incontra in TV, magari.
Abdicano al ruolo di filtro? Non tutti i filtri, please: Zucc cita due esempi, uno di fake e uno di supposto fake che invece era vero. Indovina chi? la becera Fox news, ovviamente, il primo e come secondo pistolotto, e la gaffe di Romney, che, birbaccione, era vera eh!
zucc guardare anche prima sé stessi no, troppo vicino.
braccale
Tu devi essere uno di quelli che la sanno lunga, ma così lunga, che non si accorgono che Zucconi è corrispondente dagli USA.
Se vuoi gli articoli che citano chi vuoi tu quando vuoi tu, scriviteli da solo.