Martedì, 11 settembre 2000. Un anno fa, vedo nel mio hard disk, scaricavo da Napster il nuovo cd di Rickie Lee Jones, quello degli U2 che sarebbe uscito dopo un mese e “Places” di Brad Mehldau. È passato un anno. Napster, morto. O come morto, in attesa che la società, d’intesa con i soci di Bertelsmann, risolva tutte le questioni legate all’allestimento di un servizio che fornisca musica su internet a pagamento. Questioni che sono le stesse per le diverse cordate (Vivendi e Sony con Microsoft, RealAudio con le altre tre majors) che si stanno cimentando in progetti analoghi: quale sia il sistema di pagamento più attraente, che relazioni costruire con i concorrenti, come garantire la musica dalle copie non autorizzate (il rischio che fa meno dormire i discografici, per cui si sta lavorando freneticamente a una tecnologia di protezione chiamata SDMI). I due sistemi concorrenti – PressPlay e MusicNet – saranno lanciati presto, ma tutt’ora regna il caos, e il Napster che ha rivoluzionato l’accesso alla musica per un anno e mezzo, è morto. Niente più musica gratis a palate, finito il carnevale del tutto per tutti. Resta la rivoluzione, però: oggi, martedì 11 settembre 2001 trovo in rete tutte le canzoni del nuovo Bob Dylan, pubblicato ieri, del nuovo dei Groove Armada, pubblicato ieri, del nuovo di Macy Gray, che uscirà la settimana prossima. Trovo anche, sulla Reuters e ripreso da molti siti e giornali americani, uno studio del sito specializzato Webnoize che dice in numeri quel che ho sotto gli occhi: nel mese di agosto tre miliardi di files sono stati scaricati attraverso i quattro maggiori successori di Napster, una cifra che eguaglia i massimi dell’anno scorso. “Malgrado i miliardi spesi cercando di eliminare la pirateria online, la popolarità dei sistemi peer-to-peer continua a crescere”, dice Matt Bailey, il responsabile della ricerca: “Si scaricano più cose oggi che con Napster”. I software analizzati sono FastTrack, Audiogalaxy, iMesh e Gnutella. Manca tra l’altro Morpheus, incensato dagli appassionati e dai media come il miglior rimpiazzo di Napster (solo sul PC; sul Mac la scelta migliore è ancora Mp3Rage). Napster nei suoi giorni da primato febbraio 2001 – aveva raggiunto da solo 2,8 miliardi di downloads. Dei tre miliardi conteggiati oggi, gli mp3 sono la stragrande maggioranza, ma si tratta anche di software e film piratati. Secondo Bailey, agosto è un mese di stanca: aspettate che gli studenti tornino davanti ai computers del college e vedrete. “Per l’industria discografica e cinematografica, le cose andranno di male in peggio”. Le cifre confermano le conclusioni di chi teneva d’occhio i servizi di distribuzione di musica coperta da copyright. Ovvero che Napster sia oggi insostituito e nessuno dei successori sia all’altezza della sua semplicità e micidiale efficienza: ma anche rivoluzioni che le cose non saranno più come prima. In rete si continua a trovare tutto, e si scaricano almeno due miliardi di mp3 al mese. Scriveva l’altroieri Neil Strauss sul New York Times: “nella stagione che viene, l’evento più atteso sarà l’industria musicale che va a sbattere il muso per terra”. La discografia mondiale pensava di aver soffocato a suo vantaggio – legge e ordine l’illegalità e i saccheggi, e di poter far funzionare da sola con le sue manone il giocattolo sottratto ai suoi insubordinati inventori. La risposta che ha ricevuto è un messaggio di errore. Pare che dica niente da fare.
Anche da morto, vince Napster
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