La considerazione speculare a quella per cui le cose hanno un senso proprio che prescinde dalle intenzioni – l’obiezione più ovvia alla stupidaggine de “lo fanno per il petrolio”: embè? Il problema è cosa fanno, non perché – e che le cose sono vere o false indipendentemente da chi le dice – predicare bene è buona cosa comunque si razzoli -, la considerazione speculare, dicevo, è che le intenzioni non possono essere un’aggravante, ma nemmeno un’attenuante. Se il tuo esercito compie dei misfatti, per quanto tu ne sia scandalizzato e dispiaciuto, paghi: è il tuo esercito. Se le armi di distruzione di massa non le hai trovate – e avevi detto che c’erano – sarai stato in buona fede quanto vuoi, e capire come stavano le cose sarà stato difficilissimo: ma è successo, paghi. L’assenza di dolo non può essere salvifica. A testimoniare delle capacità sono i risultati, non la buona volontà. A testimoniare dei fallimenti, idem. Senza rancore, senza gogna, senza caccia all’uomo: se ne vada Rumsfeld, se ne vada Blair, se ne vadano sempre quelli sotto la cui responsabilità è avvenuto il fallimento. Dignitosamente, prendendo atto di come sono andate le cose. Things happen, e ci si comporta di conseguenza
Things happen
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