Uomini e donne

Del programma che ho seguito più assiduamente in queste settimane non scrivo, per conflitto di interessi. Ma ne racconto un episodio, per la sua perfetta aderenza a un cliché letterario terribilmente reale: reale reality.
Si crea, in una piccola comunità, una competizione tra due gruppi. La cosca vincente, quella più forte, è guidata da due bellimbusti aggressivi e decisi, che coinvolgono alcuni giovani ingenui nelle loro losche manovre contro gli altri. Tra due di questi giovani, Rita e Domenico, nasce un rapporto affezionato e leale, incontaminato dalle bassezze dei loro scafati mandanti.
Ma a un certo punto, il clan si trova costretto da un’entità superiore a dover sacrificare uno dei suoi membri, ciascuno dei quali deve dare il suo voto, e scegliere uno da buttare a mare. I capi scaricano l’uno e l’altra giovane, freddamente. Viene il turno di Rita, e Rita pronuncia di fronte all’entità un’appassionata dichiarazione di fedeltà a Domenico: esclude di poterlo tradire, e si pronuncia contro uno dei boss, a suo rischio. E ora l’entità superiore chiama Domenico: e Domenico, maschio, fedele nella battaglia ai suoi insensibili leader – che lo venderanno alla prima occasione – scarica senza dubbio Rita.
Così va il mondo.

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