Senso della misura/746

“Paul Simon e Art Garfunkel, i testi delle cui ballate erano pieni di metafore e immagini, erano per molti loro ammiratori dei poeti. Ma quello dei due che scriveva i testi, Paul Simon, non la pensava affatto così. «Ho tentato la poesia, ma non ha niente a che vedere con le mie canzoni… È che le parole delle canzoni pop sono così banali che se dai prova di unbriciolo di intelligenza dicono che sei un poeta. E se tu dici che non lo sei, pensano che fai il modesto. Ma quelli che ti chiamano poeta sono persone che non leggono mai poesia. Come se la poesia fosse qualcosa di definito da Bob Dylan. Non leggono mai, per dire, Wallace Stevens. Questa è poesia»”.

(Mark Kurlansky, “1968”, Mondadori)

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