Trequartista?

Solo per scherzo, Paferrobyday fa una battuta sul preteso “terzismo” di questo blog. È un po’ che gli abusi dell’espressione “terzismo” per eludere questioni complesse (come quelli di “buonismo”, “guerra”, “censura”, “satira”, e molti altri) mi danno da pensare, ma mi sono rassegnato. Io stesso, per scherzo e semplificazione l’ho usata più volte. Volevo solo dire che oggi si fanno ricadere in questa categoria parecchie cose che c’entrano poco l’una con l’altra: sarebbe terzista sia chi non prende mai posizione ma sviscera pedantemente ragioni e torti dell’una e dell’altra parte, sia chi venga riconosciuto per una appartenenza a una parte ma con un pesunto penchant per l’altra, sia chi non si voglia veder definito come appartenente a nessuna parte, sia chi-si-estrania-dalla-lotta; e c’è un circo di litigiosi che usano il termine terzista offensivamente contro chi vivono come un traditore della causa, qualunque causa essa sia.

Anche l’espressione “noi nel mezzo”, che io ho ripreso nostalgicamente da una vecchia striscia dei Peanuts è in questo senso equivoca: Linus si diceva nel mezzo tra i giusti e gli iniqui, io la uso qualche volta per credermi nel mezzo tra iniqui di qua e iniqui di là.

Alla fine, non vorrei che la definizione mi rimanesse troppo appiccicata, anche per scherzo: tutto nasce da una contraddizione, quella tra la sinistra come la si definirebbe teoricamente e come essa viene rappresentata nella pratica contemporanea (idem per la destra, con scarto un po’ meno vistoso). Io sono di di sinistra, altro che terzista: è che ci sono in giro molti che si spacciano di sinistra come ci si spaccia per milanisti, senza che questo abbia molto a che vedere con qualche pensiero approfondito, anzi spesso in contrasto con i loro pensieri di destra. In mancanza di altro per definire qualcuno che pur essendo di sinistra delle volte si trova – proprio per questo – a riflettere sulle ragioni di ciò che viene sbrigativamente spacciata come “la destra” o sui torti di ciò che viene sbrigativamente spacciato come “la sinistra”, teniamoci anche terzista: famo a capisse.

Tutto questo alla fine per dire che la pagina di Claudia Mancina di oggi – molto terzista – è una sintesi perfetta di ciò che qui ho cercato di scrivere assai più maldestramente su molte questioni: dice che le cose cambiano, che non esistono solo il bianco e il nero, che ciò che sentiamo e ciò su cui legiferiamo devono essere due cose distanti, che niente è assoluto ma ogni cosa che riteniamo giusta può essere messa in discussione per ragioni che riteniamo più giuste. E dice molto altro ancora

Paferrobyday, il Foglio

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