Book of love

“Shall we dance” è un film così esile e povero che non ti viene nemmeno da dire che sia brutto. Sembra una commediola pakistana degli anni cinquanta, un Dirty Dancing per la terza età, senza un’invenzione che sia una, un dialogo degno, una briciola di ironia. No, anzi, un’invenzione c’è: è copiare tal quale la scena finale di Pretty Woman, in peggio. Per il resto, sembra scritto da un software mediocre.

Comunque, siccome alla fine davvero non è brutto, è troppo poco per essere brutto, è povero, ti rendi conto di quanto valgono due divi di Hollywood (J.Lo. è imbarazzante) e una gran canzone di Peter Gabriel, che Dio lo perdoni

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro