Filippo Facci sul Giornale: Gli unici due quotidiani che aprivano col problema della Cina e dei diritti umani, ieri, erano il Giornale e lUnità. Incredibile. Altrove era tutta unesercitazione di Realpolitik, una sbornia di realismo, come se il rispetto dei diritti umani come tema preventivo della trattativa economica (politica) dovesse essere una velleità da liceali, dai idealisti, come il rispetto dei diritti civili fondamentali non avesse fatto parte del bagaglio retorico che ha giustificato due guerre preventive. Ora, invece, siamo alleconomia preventiva: si apre commercialmente alla Cina nella speranza che la libertà economica porti alla libertà democratica. Giusto. Forse inevitabile. Ma è ugualmente stucchevole questa faccenda del codice di condotta che Usa ed Europa vorrebbero imporre ai cinesi: chi ci crede? Parliamo di uno Stato che ha celebrato le feste nazionali con esecuzioni di massa cui assistevano talvolta anche le scolaresche, e che tuttavia, nel 1992, aveva ratificato una Convenzione sui diritti dellinfanzia: eccolo lì, un altro codice di condotta di cui non è rimasto niente. Anche dellindignazione del primo Bill Clinton è rimasto poco: fu lui, nel 1996, a revocare parzialmente in veto commerciale posto dopo i fatti di Tienanmen. Lo stesso Bush, dapprima invelenito con Pechino, definì poi la Cina partner strategico. Giusto. Forse inevitabile. Poi, però, non ci rompano più le scatole con Cuba.
Il Giornale
Dopo la guerra, leconomia preventiva
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