Oggi in cultura di Repubblica c’è un bell’articolo su due questioni urbanistico-ambientali che riguardano il parco di San Rossore e Marina di Pisa: la creazione del porto turistico e l’ampliamento dell’ippodromo.

Io so che se mi chiedessero qual è il punto più bello del mondo risponderei che non so:

“O Castelluccio di Norcia, o Boccadarno, vista dalla sponda sud”.

Poi so che se mi chiedessero dove vorrei abitare se potessi scegliere qualsiasi posto risponderei che lo so:

“A San Rossore”.

Poi so che venerdì io e mio figlio abbiamo puntato quattro euro su Drugstore vincente alla quinta corsa, a San Rossore, e lui è arrivato quinto, malgrado fosse la vigilia di natale.

E so anche che il sindaco di Pisa è un’ottima persona.

Non so se questo aggiunge qualcosa al dibattito, ma me lo rende importante.

“La tenuta di San Rossore, quattromilaottocento ettari di pregiato bosco dentro il parco che da Viareggio si stende fino a Livorno, è il cuore di una disputa che schiera da una parte gli ambientalisti, dall’altra l’amministrazione comunale di Pisa. Due progetti tengono sulle spine le associazioni di tutela. Il primo riguarda un porto che dovrebbe ospitare cinquecento barche, con negozi, ristoranti e alberghi, più appartamenti per centocinquantamila metri cubi: sorgerebbe sulla foce dell’Arno, lungo i bordi del parco, in un lembo delicatissimo, soggetto a un’erosione che ha consumato centinaia di metri di arenile. Il secondo progetto riguarda invece l’ippodromo che da centocinquant