Le quarant’ore

Capisco le reazioni diffuse, e nel caso mi martellerei le dita prima di dare qualsiasi ragione a qualcuno della Lega – partito che ai miei occhi contravviene alle leggi della probabilità: non mi viene in mente nemmeno una persona perbene che vi appartenga – ma mi permetto di dire che trovo frettoloso e poco pensato il pericolo per la libertà di stampa che molti vedono nel fatto che una giornalista sia stata allontanata perché non gradita da una conferenza stampa leghista. Ripeto, nel caso in esame essere allontanata lo ritengo un vanto, e la giornalista di cui si parla ha tutta la mia stima. Ma discuto del principio, approfittando dell’occasione: se penso a una conferenza stampa organizzata da me, o qualsiasi altro evento, rivendico la voglia e il diritto di non invitare o allontanare chiunque io giudichi responsabile e portatore di porcate, nei miei confronti o di qualcun altro. Mi vengono in mente almeno una decina di nomi di giornalisti che non vorrei a un incontro pubblico di cui io sia responsabile: magari ho torto su di loro, certo, ma è il mio incontro e ho il diritto di ospitare chi voglio. Se poi ospiterò tutti, sarà solo per senso di superiorità o per paura delle ritorsioni.

La libertà di stampa, è un’espressione che suona solenne e inattaccabile. Ma i giornalisti non sono “la libertà di stampa”: sono persone che fanno un lavoro, chi bene, chi male, chi così e così. Quelli che lo fanno male, quelli spregevoli, quelli incoscienti, quelli figlidiputtana, non possono nascondersi dietro “la libertà di stampa” per legittimare ogni loro movimento come diritto inalienabile, e ogni critica come un sopruso. Il coltello dalla parte del manico ce l’hanno loro, ce l’ha chi scrive – me compreso quando scrivo -, a me resta solo la possibilità difendermi le poche volte che posso da quelli che il coltello lo usano male e pericolosamente. Non volendoli in giro in casa mia, per esempio: e sono convinto di averne il diritto, altro che libertà di stampa

Akille
(ho ricevuto alcune obiezioni al mio parere: in sostanza, vertono tutte su una differenza tra quel che faccio io e quel che fa un politico, o tra un evento privato e uno pubblico. Non sono convinto che la differenza sia così netta, ma raccolgo l’argomento, grazie)

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