Cosa stai dicendo, Peppe?

Giuseppe D’Avanzo è uno bravo, di cui il titolare qui ha grande stima. Ogni tanto non sono d’accordo con le cose che scrive, ma sono sempre cose di cui si può discutere e capire quale ragionamento o intenzione le origina.

Ieri Giuseppe D’Avanzo è impazzito. Sulla sentenza milanese che distingue tra guerriglia e terrorismo – perfino uno stramoderato come Casini l’ha definita “incredibile” – si può anche avere posizioni complesse e articolate, soprattutto per distinguersi dallo sbracamento di alcuni esaltati che l’hanno contestata per primi. Ma D’Avanzo fa una cosa da pazzi. Oggi su Repubblica richiama a un’attenzione sulle definizioni correnti di terrorismo, per sapere esattamente di cosa si parla prima di dire cose affrettate. E fa bene. E cita tra le altre una definizione americana:

“Il terrorismo impiega l’uso calcolato della violenza e della minaccia di violenza per conseguire obiettivi generalmente politici, religiosi e ideologici attraverso l’induzione della paura, l’intimidazione o la coercizione”

e una dell’ONU:

“L’Onu scava un discrimine tra il terrorismo e la guerriglia a partire dalla violenza e la morte indiscriminata della popolazione civile”

Per chiedersi:

“Si può stringere in questo confine quel che accade in Iraq? Evidentemente no, si è risposto il giudice di Milano”

E concludere che:

“Se si combatte non contro civili inermi -come a New York l’11 settembre- ma contro truppe armate, eserciti, addirittura coalizione di eserciti e soprattutto con armi infinitamente meno potenti e distruttive, appare al giudice che quella lotta non può definirsi terrorismo, ma guerriglia”.

Ora, non credo ci sia bisogno che mi metta a fare qui un copiaincolla degli eventi di questi mesi, per sapere benissimo che in Iraq i kamikaze portano “violenza e la morte indiscriminata della popolazione civile”. Non credo ce ne sia bisogno, per sapere benissimo che in Iraq muoiono ogni giorno sgozzati, sparati o saltati in aria “civili inermi”, ma anche volontari, giornalisti, funzionari dell’ONU. Non credo ce ne sia bisogno, per sapere benissimo che questi non sono effetti collaterali di una guerriglia, ma lo scopo esattamente intimidatorio e violento di azioni di terrorismo.

Quando qualcuno che non è stupido dice una cosa che mi pare troppo assurda, la prima cosa che faccio è pensare che forse non ho capito io.

Forse non ho capito io.

Repubblica

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