La crisi degli inviati, e dei corrispondenti, è un pezzo della più vasta questione che riguarda i giornali al tempo di internet, delle difficoltà economiche, della concorrenza, della globalizzazione. Ormai da diversi anni si è tagliato un sacco, e si ricorre ad agenzie, web, fonti occasionali, piuttosto che avere un proprio uomo nei posti del mondo a raccontare cosa succede.
Ma quegli uomini che ancora soprravivono, cosa fanno? Prendo uno degli esempi più vistosi, le notizie da Londra. I corrispondenti dei maggiori quotidiani italiani scrivono da Londra senza uscire dall’ufficio. Non si spiegherebbe diversamente il fatto che tutto quello che esce qui fosse sui quotidiani inglesi il giorno prima (anche oggi, date un’occhiata). La loro unica fonte sono i giornali locali, di cui fanno un riassunto il giorno dopo. La cosa è ulteriormente assurda se si pensa che quello che potrebbe essere una notizia qui, spesso non lo è laggiù. Se un corrispondente da Londra uscisse a cercare delle storie troverebbe cose ottime da raccontarci, che là sono la norma o sono già note.
Lo so che leggendo i giornali si capiscono molte cose, e infatti è giusto dirlo, cosa scrivono i giornali inglesi (io lo faccio in radio e sul blog ogni giorno, per esempio): ma (uno) è inutile stare a Londra, (due) si cita la fonte – non solo per correttezza, anche perché è parte della notizia – e (tre) si leggono le agenzie e si danno le notizie puntualmente, non il giorno dopo.
Adesso sembra che io ce l’abbia con la pigrizia dei corrispondenti. Mica è colpa loro. Io lo so benissimo che se uno chiama la redazione da Londra e dice “ho visto un cane che mordeva un uomo”, gli rispondono saicheppalle. Mentre se chiama e dice “il Guardian oggi ha aperto con un cane che ha morso un uomo” gli dicono facci sessanta righe. Anzi, non va nemmeno così, il più delle volte. Va che in redazione qualcuno sfoglia il Guardian, vede la notizia del cane, e così chiamano il corrispondente e gli dicono facci sessanta righe.
Londra è un esempio, solo perché vedo i giornali inglesi