La canzone di Fossati è del 1981. Il canale di Panama fu costruito dagli americani tra il 1904 e il 1914. Solo che non è un canale. È acqua buttata sopra, per così dire. Come se chiamassimo pozzo un catino pieno d’acqua. Non so se andò proprio così, ma si può immaginare che gli americani, benché americani, si fossero resi conto che costruire davvero un canale da una parte all’altra delle Americhe, ovvero unire nientemeno che l’oceano Atlantico e l’oceano Pacifico, fosse una pazzia. «Guardiamoci negli occhi»
«Qui c’è da scavare un abisso»
Ottantuno chilometri di lunghezza. Alcune decine di me- tri in altezza.
«Sarà meglio farsi venire un’idea»
Un po’ scavarono, intanto, poi gli venne un’idea.
Le chiuse.
Le chiuse sono un’idea geniale. Pensate a trascinare un pattìno fuori dal mare a Cattolica e deporlo sul cassone di un tir pieno d’acqua, ancora con voi ai remi nel vostro costume a fiori. Il tir parte, vi porta in tre ore abbondanti sulla riva di Forte dei Marmi, e vi rigetta in mare. E po- tete ricominciare a remare (pattinare?). E tutto questo lo chiamiamo canale Tirreno-Adriatico, o canale del Vernio, se preferite.
Le chiuse funzionano allo stesso modo, solo che il tir è così lungo che lui sta fermo e voi pattinate da un capo all’altro del cassone. Insomma, a Panama hanno messo una chiusa di qua e una di là, belle alte, e hanno buttato dentro un sacco d’acqua. Poi ne hanno messe delle altre perché l’acqua non se ne vada quando ne aprono una. Il fondo del canale è a venti metri sopra il livello del mare. Se aprono le chiuse Panama ritorna un istmo e si può andare a piedi dall’America del Nord a quella del Sud, o mamacita.